15 luglio 2010

Un decreto legislativo minaccia le MAG

C’è una minaccia che incombe sul futuro della nascente MAG Firenze e delle MAG italiane già esistenti o in formazione.
Alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica sono in discussione una serie di provvedimenti in materia di credito al consumo e di intermediari finanziari che in sostanza incrementano il sistema di controlli e raddoppiano il capitale minimo necessario alla costituzione di una Finanziaria (da 600,000 a 1,200,000 Euro!!).

I provvedimenti, in sé legittimi e rispondenti ad una direttiva Comunitaria, diventano di fatto un forte aggravio per tutto quel mondo che si riconosce nel concetto di finanza mutualistica e solidale.

L’associazione Verso MAG Firenze insieme a MAG Roma, a MAG 4 di Torino e a MAG 6 di Reggio Emilia hanno preparato un’appello on line da inviare ai parlamentari: è possibile aderire cliccando qui sotto:

"http://www.mag4.it/prima-pagina/prima-pagina/305-appello-testo.html"
(se il collegamento non dovesse funzionare è sufficiente copiare ed incollare nella barra del browser)

Per avere ulteriori informazioni visita il sito www.magfirenze.it.

AGISCI: FIRMA e AIUTACI A DIFFONDERE L'APPELLO.

Abbiamo pochi giorni a disposizione per provare a cambiare le cose, sfruttiamoli bene!

04 luglio 2010

Assemblea dei Soci
del
Fondo Etico e Sociale delle Piagge

SABATO 10 LUGLIO 2010 alle ore 17,30
presso il
Centro Sociale
IL POZZO
via Lombardia, 1/p - Firenze
tel. 055373737

L' Assemblea è aperta a tutte le persone interessate
alla fine dell'Assemblea chi lo desidera potrà cenare insieme
sono graditi contributi eno-gastronomici da condividere
se possibile portatevi anche piatto posate e bicchiere
così evitiamo di usare quelli di plastica

02 luglio 2010

Verso Mag Firenze verso …Catania, quartiere San Cristoforo, associazione GAPA

Una mattina mi son svegliata e ho trovato… una chiamata sul cellulare. Un numero a me sconosciuto. Lo richiamo: era Ale, da Villore. Don Alessandro Santoro che mi chiede con voce viva se mi andrebbe di andare con lui a Catania due giorni a fine giugno, per portare la nostra esperienza di microcredito a un gruppo di benintenzionati a mettere in atto anche loro una realtà come il nostro Fondo Etico.
Sdeng!
Esito, farfuglio, mille pensieri mi assaltano la mente e il cuore: la Daria, mia figlia undicenne, vispina e ribelle ma ancora abbriccata alle gonne – che non porto quasi mai – della mamma, specie quando cala la notte. Roberto, il mio compagno: capirà? Capirà che io che non sono mai libera di fare una “trasferta” con lui, parto invece per altri lidi per altri motivi? E i miei impegni: il corso per OSS, il tirocinio che sto rimandando a chissà quando per via di due costole rotte.
Mi prendo qualche minuto di rimuginamento e dico a Ale che lo richiamo a breve. Ovviamente! lui ha bisogno di una risposta quasi immediata, in mattinata deve fissare l’aereo e dare i nominativi.
Roberto è lì con me e subito sento e vedo che è d’accordo. Pessimista come al solito, mi rammenta che zone sono quelle (la mafia…), ma è dalla parte del sì. Io il sì ce l’ho già dentro, ma devo titubare ancora un po’. La Daria la “sistemo” subito, quando ci vuole ci vuole, la metterò davanti alla decisione compiuta. Rimane il problema del tirocinio (il corso è a posto, le lezioni riprendono il 30 di giugno, il giorno dopo il previsto rientro da Catania). Decido che in qualche modo farò: se avrò già ricominciato il tirocinio, chiederò due giorni e li recupererò con due domeniche; se non sarò ancora guarita, avrò il certificato medico a coprire anche quei due giorni.
Quindi: sì, ho deciso e chiamo Ale.
Mi dà la spinta anche un pensiero che mi ha colto e che ho espresso il giorno prima come preghiera alla Messa: il coraggio di andare contro corrente. E allora andiamo! Senza indugio…

Domenica 27 giugno 2010, Piagge h. 13.00-Catania h. 23.00
Il viaggio d’andata dura molto, molto di più del previsto: l’aereo ci perde (e non sa cosa si perde!) e una capetta dal caschetto sfilato, biondo, ci fa la grazia di farci valere il biglietto da Bologna. Lì scopriamo che il nostro volo, previsto per le 18.30, porta mezzora, poi un’ora, infine due ore di ritardo e insomma ci stacchiamo dal suolo alle 21.15. I nostri amici Paolo e Marcella sono già all’aeroporto di destinazione ad aspettarci quando noi siamo ancora a vagolare per l’aeroporto di Bo, alla caccia – tanto per ammazzare il tempo – dello snack che la Meridiana ci offre per riparare il danno del dannato ritardo. Al telefono i catanesi ci dicono “Va bene, vi aspettiamo comunque per cena”. E da qui si dovrebbe già arguire parecchio dell’accoglienza che abbiamo trovato – perché alla fine ci siamo arrivati! – in quella città tanto bella quanto …sgarrupata, tanto che uno potrebbe, mentre guarda quei palazzi baciati, cotti e smangiucchiati dal sole cerca di immaginare come sarebbe se… se… E comunque. Questa è Catania.
Il nostro Paolo si rivela subito un cicerone perfetto (mi vedo già che quando verrà a Firenze avrà molto da svelarmi su questa nostra (?) ambitissima città d’arte), ci spiega tutto, dalla politica alla festa di Sant’Agata, che poi sono la stessa cosa. Ma di questo, vi parleremo nella prossima puntata…
Veniamo a noi, allo scopo di questa nostra gita-lampo. Una mezza giornata ce la siamo già giocata coi mezzi di trasporto, ma intanto ceniamo sul terrazzo di casa Parisi e cominciamo a scambiare con i due pacatissimi, simpaticissimi coniugi (non ricordo più da quanti anni insieme, anche al lavoro!) e Ivana, la loro figlia, che non poteva che essere calma, viva e gentile come loro, nella maniera giusta. Già cominciamo a entrare nel vivo degli scambi di racconti, resoconti e sfoghi vari. Naturalmente loro chiedono delle vicessitudini sofferte da Ale e dalla Comunità delle Piagge per l’esilio imposto dal nostro Eminente.
La mattina dopo, seduti a un bar davanti a veracissime granite alla mandorla e al limone, con Marcella e Paolo ai quali si è aggiunto un altro veterano del Gapa, Toti, affrontiamo la questione del microcredito, che loro vorrebbero attuare nel loro quartiere. Nel pomeriggio, poi, ci sarà una riunione molto più allargata, nei locali dell’associazione, dove Ale parlerà quasi ininterrottamente per circa quattro ore. Decidiamo che in quella sede l’argomento sarà trattato in maniera meno dettagliata, più a volo d’uccello, vista la quantità e quindi la varietà di provenienza e di motivazioni delle persone intervenute: oltre a tanti del GAPA (a proposito: G.A.P.A.= Giovani Assolutamente Per Agire, c’erano persone, di varie età, di Mani Tese, di Pax Christi, di un’associazione di lotta all’usura, quasi tutti interferenti o interagenti col Gapa e comunque interessati al microcredito o, qualcuno, anche, venuti lì semplicemente per ascoltare Alessandro. Ma poi, fatto sta che via via che passava il tempo, il cerchio si stringeva e venivano fuori domande sempre più precise e molti dei partecipanti, chi per un motivo chi per un altro, lasciavano la riunione, alla fine è rimasto il …nocciolo duro degli interessati al progetto di microcredito. E lì il discorso è sceso anche nei particolari più tecnici e burocratici. Alessandro ha provato a formulare un’ipotesi di attuazione del loro – forte, motivato, circostanziato, coscienzioso – desiderio di lanciarsi in un progetto come il nostro del Fondo Etico. Una specie di: il microcredito di San Cristoforo starà al Fondo Etico Piagge come il Fondo Etico Piagge sta a Mag 6. Per il resto, o meglio per l’essenziale, i principi che circolano tra loro sono in sintonia con i nostri: niente banche, niente finanziamenti da enti locali, niente beneficienze, niente carità; tutto sul quartiere, nel quartiere e per il quartiere. Si sono, tra l’altro, in questo lungo e impegnato pomeriggio, resi conto che c’è da aspettare. Aspettare, valutare, soppesare, discutere, scandagliare… Marcella se ne viene fuori da sola – prima che noi glielo suggerissimo caldamente – con il constatare che devono subito, un gruppo di loro, cominciare a riunirsi e già propone di fissare una data, di cercare di incastonarla in tutto il mosaico di attività che si svolgono al Gapa (cura, nel senso di I CARE, di bambini e ragazzi, doposcuola, campi estivi, palestra… e, insomma, visitate il sito: WWW.ASSOCIAZIONEGAPA.ORG).
Alessandro, tra l’altro, nel cercare di cucire a loro misura un “modello” per la partenza del microcredito, precisa che comunque si tratterebbe, per loro, di cominciare con uno, al massimo due prestiti. Uno di questi si è già profilato e anzi deciso: si tratta di Massimo (presente alla riunione con la moglie Angela e il più piccolo dei loro tre figli, Francesco), barbiere in San Cristoforo ma da qui costretto a spostarsi per cercare una bottega altrove nella città perché sfrattato. Ma ne parleremo meglio, una volta vagliato il caso da parte della Commissione, nella prossima assemblea del Fondo, il 10 luglio prossimo.
Per ora, mi piace e quasi mi commuove potervi dire che Massimo, talmente ha capito l’anima del progetto, che subito in serata, dopo la riunione, ha telefonato a Toti per dirgli che si rende conto che lui non può chiedere questo prestito perché il nuovo negozio dovrà aprirlo fuori dal quartiere di San Cristoforo…!!!
Credo che i nostri amici del Gapa partiranno subito con un’eccezione…

(Daniela)