04 dicembre 2008

L'ETICA FINANZIARIA A FIRENZE

«Raccogliere 600.000 euro in tre anni per costituire la prima finanziaria solidale toscana. E’ questo l’obiettivo dell’asso- ciazione “Verso Mag Firenze” nata dall’unione di due realtà fiorentine di microcredito: il Fondo etico e sociale delle Piag- ge e il Progetto Seme di Settignano. L’appuntamento per presentare il progetto Mag (acronimo di Mutuo Auto Gestione) e dare così avvio alla raccolta è fissato per domenica 14 dicembre alle 17.30 quando, all’Istituto Stensen di viale Don Min- zoni, sarà presentata l’associazione e i suoi propositi in città e nella provincia di Firenze.

“Le persone sono più importanti del denaro, ma il denaro serve per vivere. La nostra idea allora è quella di dare credito alle persone, alle famiglie e alle piccole imprese in difficoltà. Vogliamo offrire un’opportunità concreta in termini di risorse a co- loro che sono privi di garanzie e a cui le banche rifiutano il credito. Persone che rischiano di andare incontro a qualche esosa finanziaria o peggio ancora finire in mano agli usurai” - ha dichiarato Alessandro Santoro, prete delle Piagge e ispi- ratore del progetto Mag. “Partiamo da una solida base di capitale sociale, circa 150.000 euro raccolti grazie al microcredito; adesso l’obiettivo è quello di tessere una rete fatta di persone, gruppi, associazioni, enti, amministrazioni e organizzazioni varie capaci di dare forza ad un proget- to ambizioso e per nulla utopico. Con questa iniziativa intendiamo dare forza al nostro desiderio di “obiezione bancaria” e siamo con Francuccio Gesualdi, del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, quando afferma che solo non lasciando niente di intentato, occupando tutti i piccoli spazi di potere che abbiamo a nostra disposizione, potremo costruire un’altra economia equa, sostenibile, nonviolenta e democratica”.

Con la costituzione della prima Mag in Toscana tutte le realtà che si ispirano ai principi della finanza critica potranno disporre di un interlocutore prezioso direttamente sul territorio; un interlocutore che nasce da una condivisione teorica e pratica sulla finanza, compiuta dalle stesse realtà che oggi sono impegnate in progetti di microcredito e nella promozione di un’economia solidale, slegata dal dovere di fare profitto e volta, invece, alla redistribuzione del denaro e della ricchezza.

Francesco Festini, del Progetto Seme, illustra una delle grandi novità introdotte dall’associazione Verso Mag Firenze: “Per noi il denaro non si compra e non si vende: si distribuisce. Chi riceverà un prestito quindi non pagherà nessun tipo di interesse perché uno dei nostri principi è che dal denaro non si debba generare altro denaro. Questo vuol dire che il capitale prestato non verrà remunerato e che coloro che riceveranno i prestiti pagheranno solo le spese di gestione del prestito stesso, niente altro. Il tutto nella massima trasparenza e privilegiando le garanzie relazionali anziché quelle patrimoniali. Solo così sarà possibile costruire un modello di finanza solidale concreto e fruibile dai più, senza speculazioni, sostenendo l’economia reale e al servizio del bene comune”.»

Contatti
Cooperativa «Verso Mag Firenze»
Via Lombardia 1/p Le Piagge - 50145 Firenze
tel.: 055.373737 - 055.6811207

30 novembre 2008

IL MIO APPRODO SULL’ASTEROIDE

Io sottoscritta…..ho sempre lavorato nell’amministrazione di aziende private e soprattutto in studi commerciali.La mia formazione lavorativa è quindi classicamente e banalmente tecnica anche nei confronti della gestione del denaro.Prima di…approdare sull’asteroide – Fondo Etico, ho avuto comunque la fortuna di passare quattordici di tutti questi anni al fianco di una commercialista che gradualmente, nel tempo, ha provato a lavorare aderendo ad un’idea di economia alternativa. Devo dire che lì ho avuto l’occasione di venire a contatto con un modo di vedere il mondo economico da un’angolazione diversa da quella cui siamo abituati nel mondo “normale”. Il concetto di “beni invisibili”, riferito al valore – non traducibile in termini di bilancio aziendale – dei rapporti tra dipendenti e tra dipendenti e titolare/i di un’azienda, per esempio; l’idea di cercare forme di finanziamento alternative alle solite banche (rapporto con Banca Etica); l’allargamento del raggio se non di azione almeno di visione al resto mondo, in particolare il cosiddetto “terzo mondo”, a situazioni di contrasto estremo come il Brasile.Porsi come scopo non soltanto quello di conseguire utili per accumulare denaro ma adoperarsi per reinvestire nell’attività, destinarne una parte anche alla formazione delle persone e una agli indigenti, beninteso non come elemosina ma come una costruttiva maniera di coinvolgimento. Tutto ciò rimanendo comunque operanti nella nostra realtà quotidiana.Grande è stato comunque il mio senso di meraviglia, di ammirazione, di conforto, quando sono approdata alla mia prima assemblea del Fondo Etico. Sentir parlare di cifre come 500, 1.000 euro…<>, mi sono detta, <<…qui si aiuta davvero chi non può neanche pensare di ricorrere ad una qualche forma di credito ufficiale. E poi – soprattutto! – sentir dire che non è importante accumulare più soldi possibili, sia pure per darli a chi ne ha estremamente bisogno, quanto cercare un rapporto con certe persone, un essere al fianco di qualcuno e non di fronte, dall’altra parte di una scrivania. E quanto più valore hanno 500 euro per chi deve comprarsi il frigorifero (non l’ennesimo televisore o il mega congelatore) rispetto ai 100.000 di chi, magari per inattitudine all’impresa ne ha bisogno per far fronte a debiti di cui ha perso il controllo.Vorrei finire dicendo che…..nonostante le mie precedenti esperienze, nonostante la meraviglia di fronte a questa preziosissima realtà che è il Fondo Etico…..mi rendo conto che stento anch’io ad entrare nell’ottica di privilegiare i rapporti umani rispetto alla raccolta e conseguente destinazione del denaro.All’ultima assemblea mi sono fatta avanti come referente – sia pure in seconda linea – di un’imprenditrice della nostra zona e ancora dopo mesi non sono riuscita a trovare la strada che mi porti ad avere un contatto personale con lei. Alla fine però sono certa che riuscirò a rompere…il guscio.
Daniela 28/09/08

Firenze, 22 luglio 2008 - Marcia per la convivenza


(Impressioni di una mamma alla marcia organizzata dalla Comunità delle Piagge)

Ore 18.30 circa. Parcheggiamo in Viale Milton, siamo già molto stanchi, con la bimba e tutto. Raggiungiamo a piedi P.zza Indipendenza, si parte da lì. Marianna è subito molto eccitata e sorride a tutti, dal passeggino. Gli striscioni sono tanti, anche grandi, ben visibili. Si aspetta Don Gallo, da Genova, 80 anni suonati. Arriva verso le 19 ed indossa un cappello a larghe falde, contro il sole o il vento, non so. Mauro legge i testi della tappa di partenza: art. 1 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del 1948: …………scorgo Claudio, il mio collega per un mondo alternativo, poi Massimo, un altro ferroviere impegnato, Silvia e Fabrizio che non vedevo da tempo e che ancora non avevano conosciuto la bimba. Lungo il corteo incontrerò Cecilia, che si sposa il 14 settembre, Erika, in partenza per una nuova vita alla volta della penisola scandinava, dopo aver vissuto la Comunità con la scuola informale. Mi dice che, dopo l’esperienza di volontariato, Le Piagge le mancheranno più di quanto non le siano mancate quando partì per l’Erasmus, anni fa, e aveva solo voglia di scappare da un quartiere che non le stava dando nulla. Provo una strana e semplice felicità, mi si stampa un gran sorriso sulla faccia e lo mantengo durante tutta la marcia, dimenticando la stanchezza. Abbraccio tutti con ,lo sguardo, vorrei essere in alto per guardare e abbracciare meglio.
Ci si muove, finalmente. Don Gallo è arrivato e salito sul furgoncino. Si parte, alla volta di Piazza dei bambini e delle bambine di Beslan, luogo simbolico, dove si ricorda che l’innocenza è stata fatta a pezzi troppe volte. Incontro Annamaria, Hermela e Massimo, poi Fabrizio, con una maglia dai colori sgargianti, che mi dice che Chiara è davanti, col primo striscione. Ci si sposta lì e subito Marianna vuole essere presa in braccio, per camminare insieme agli altri. Sta proprio sullo striscione d’apertura e batte le manine. E’ felice, sorridente, come sempre. La fotografano in molti, Sabatino dice che si rischia di farne una velina. Io e Chiara ci diciamo che lavoreremo insieme perché, semmai, diventi “barricadera” o, almeno, perché conservi la sua simpatia ed il suo modo di accogliere la vita. Ricordo Quarrata, qualche anno fa, Lucia con il piccolo Davide che apriva le braccia e dava la mano a tutti…come si fidano del mondo e della gente i bambini!
Proseguiamo lentamente, verso Piazza San Marco, percorrendo strade laterali e rientrando poi in Via Cavour. I poliziotti, in forma discreta, aprono questo corteo tranquillo, fatto di preti, di famiglie, striscioni articolati, pensanti, molto intellettuali. Si marcia contro la “non-cultura” del razzismo, contro ogni steccato, contro i ghetti di una coscienza collettiva ormai in soffitta, soffocata dalla rassegnazione. E’ ancora giorno quando si arriva a Piazza San Marco. Noi ci stacchiamo un po’ per far mangiare Marianna. Su una panchina le diamo verdure, stracchino e un pezzo di pane e lei è sempre più felice di esserci. Hermela le offre un popcorn, entusiasta ma no, non si può ancora,. Con Annamaria si parla dello svezzamento, dei risvegli notturni, dei ridicoli pisolini di un quarto d’ora, si parla delle nostre bimbe, così vispe, così belle e così già “dentro” la vita.
Decidiamo di riprendere la marcia con le piccole che si addormentano nei passeggini. Raggiungiamo gli altri in Piazza Duomo, gremita di turisti. C’è un ragazzo con una tuta rossa che mima un cane, non c’entra nulla con noi ma è spiritoso e ci sta bene nel contesto, i turisti ridono divertiti. Poi due poliziotti lo fermano, non si sa perché…
Com’è bella Firenze all’imbrunire, gli orli merlati di palazzi e torri medievali incorniciano magicamente Via Calzaiuoli e noi la percorriamo senza tempo, lentamente, ciondoliamo nello scambio reciproco di tenerezze, felici di esserci. Continuiamo a marciare piano, quasi a volere che non si arrivi mai, che il traguardo non venga raggiunto, che non si giunga a dire: “Bene, sono arrivati, hanno finito, il permesso gli è stato dato, che non chiedano di più ora, perché domani è un altro giorno e si deve tornare a lavorare, a fare il proprio dovere, a fare le cose serie, come preservare la sicurezza, l’ordine pubblico…”
Quando già si distingue Palazzo Vecchio, incrocio Lisa Clark, di “Beati i costruttori di pace”. La saluto, mi va di scambiarci due parole, è sempre così affascinante sentirla parlare! Mi racconta di quello che fanno nel Veneto, a Padova per la precisione, dove gli steccati sono così visibili. Lì si combatte colpo su colpo, il razzismo è tangibile, ci sono quelli che raccolgono le firme contro i rom, contro quelli e quegli altri. Poi però ci sono anche molti cattolici che si indignano.
Organizzano cene di solidarietà con gli abitanti dei quartieri rom, andandoli ad invitare uno ad uno. Riflettiamo: qui in Toscana le parrocchie non sono così vive, così attive, forse non ce n’è bisogno perché le cose vanno meglio, in un senso meno eclatante e aggressivo rispetto al Veneto governato dalla Lega ma, per certi versi, regna l’indifferenza e non si sa se è meglio o peggio. Io racconto di episodi eclatanti, che testimoniamo un razzismo latente e pericoloso, a volte non confessato per decenza, per perbenismo ma reale, palpabile, assolutamente “resistente”.
Guardiamo i poliziotti in tenuta di massima sicurezza. Indossano caschi e manganelli, un po’ esagerati, forse se ne rendono conto anche loro ma è la divisa di ordinanza per le manifestazioni, non credo abbiano scelta. Io e Lisa decidiamo di parlarci, chiediamo ad uno che dovrebbe avere più o meno la mia età, cosa ne pensa della manifestazione. Non si sbilancia molto ma apprezza la serenità dei partecipanti ed il fatto che tutto si stia svolgendo in modo tranquillo. Gli dico: “Meglio di una domenica allo stadio allora!” Condivide e parla della violenza gratuita di tanti giovani d’oggi. Lisa dice che forse i giovani sono violenti perché non hanno prospettive. Anche lì, condivide, almeno in apparenza. Sì, si dovrebbe ripartire dai giovani. Lisa aggiunge: “Dando loro delle opportunità però, perché siamo tutti uguali, non è vero?” Il poliziotto annuisce, sì siamo tutti uguali, è vero, poi si allontana, raggiungendo i suoi compagni.
In un attimo infinito, ci siamo incontrati, è questo l’importante.
Siamo davanti a Palazzo Vecchio, si decide di voltargli le spalle. Qualcuno chiede perché, visto che è così bello. Gli viene risposto che è il simbolo del potere e bisognerebbe avere sempre la forza di essere critici nei confronti del potere costituito, perché la democrazia non rischi mai di morire.
Vedo Cecilia dell’Altracittà dietro di me, con la bici. Le si avvicina un turista chiedendole: “E’ una manifestazione di sinistra questa?” Lei è un po’ imbarazzata, non se l’aspettava, poi trova la risposta giusta: “Questa è una cosa di tutti, perché la pace e la convivenza sono valori universali”.
L’aria è fresca stasera, finalmente, dopo tanto caldo. Marianna dorme ancora, beata, nonostante le voci e la musica. Ha marciato tanto!
Sul palco, Don Gallo, affaticato, stanco ma ancora pieno di verve. La sua voce squillante risuona nella piazza, si aspettava il Vescovo questa sera, come mai non c’è? In questi momenti il Vescovo dovrebbe stare col suo popolo. E il Sindaco? E’ laico lui, poteva esserci no? Ma non c’è. Ma dove sono quelli che contano? Bè, non ci sono ma forse non c’erano nemmeno a Porto Alegre, da dove è cominciato il grande movimento di persone che hanno lanciato la sfida di un altro mondo possibile. Poi c’è stata Genova, la Genova del G8, la sua Genova, con la gente comune che ha osato marciare contro i potenti della terra per far sentire le ragioni di chi è sfruttato e lontano da noi allo scopo di tenere in vita un mondo sopra le righe dove in pochi decidono per la moltitudine. Ci incoraggia, incoraggia la piazza, dice che lo stiamo ripagando della stanchezza. Ci esorta a continuare ad esserci, ringrazia le Piagge, dice che la città è viva, tutto sommato, che non dobbiamo smettere di gridare a tutti l’indignazione, la rabbia, di denunciare gli scandali. Ci parla di resistenza, dei partigiani, di quelli tra loro che, a novant’anni, ancora testimoniano senza stancarsi di esserci. Chiude con la Costituzione e racconta che all’Arcivescovo di Genova, attuale Cardinale di Milano, aveva chiesto di poter recitare una poesia in un’occasione pubblica e aveva letto i primi dodici articoli della Costituzione italiana, come monito, per non dimenticarci di difenderla, sempre e comunque.
Si è fatto, buio, definitivamente. Marianna si è svegliata, vorrei farle lasciare l’impronta del piedino con la vernice, sul banchetto allestito accanto al palco ma c’è troppa gente, non vorrei abusare troppo della sua tranquillità. Stasera è stata proprio una bimba modello, alla sua prima marcia poi…poco male, altri lasceranno le impronte anche per noi: in fondo, abbiamo camminato ognuno coi piedi dell’altro.

(Adriana)


Alcune foto della Marcia della Convivenza del 22 Luglio 2008
potete vederle sul sito della rivista Carta
www.carta.org/gallerie/23

01 ottobre 2008

Assemblea dei Soci

ASSEMBLEA FONDO ETICO E SOCIALE DELLE PIAGGE
SABATO 11 OTTOBRE 2008
ORE 17,00
presso il
Centro Sociale "il Pozzo"via Lombardia,1/p Firenze
tel. 055373737
la partecipazione all'assemblea è aperta a tutte le persone interessate
chi lo desidera, dopo l'assemblea, potrà cenare insieme

09 giugno 2008

Assemblea dei Soci

ASSEMBLEA FONDO ETICO E SOCIALE DELLE PIAGGE
SABATO 14 GIUGNO 2008
ORE 17,00
presso il
Centro Sociale "il Pozzo"
via Lombardia,1/p Firenze
tel. 055373737
la partecipazione all'assemblea è aperta a tutte le persone interessate
chi lo desidera, dopo l'assemblea, potrà cenare insieme

19 maggio 2008

E' uscito il libro curato dal Fondo Etico e Sociale delle Piagge


E’ appena uscito “Quando le persone contano davvero. Percorsi di finanza critica e solidale”, l’ultimo libro edito dalla Comunità fiorentina delle Piagge con all’interno interventi, tra gli altri, di Serge Latouche, Alex Zanotelli, Giulio Marcon, Alessandro Messina, Andrea Di Stefano, Fabrizia Paloscia. Per informazioni e richieste scrivete a edizionipiagge@altracitta.org; oppure rivolgersi direttamente al Centro Sociale IL POZZO via Lombardia,1p - Firenze tel. 055373737 (ilmuretto@libero.it)

13 maggio 2008

QUANDO LE PERSONE CONTANO DAVVERO

Il Fondo Etico e Sociale delle Piagge
promuove una serata
Finanza critica e uso consapevole del denaro

Giovedì 15 Maggio 2008 ore 18.30
Centro sociale il Pozzo Via Lombardia, 1/p – Firenze

presentazione del libro
QUANDO LE PERSONE CONTANO DAVVERO:
percorsi di finanza critica e solidale

(edizione Comunità delle Piagge)
a cura del Fondo etico e sociale

seguirà
Buffet con prodotti della cooperativa EquAzione

ore 21.15
Viper Theatre - Via Lombardia, 2 – Firenze

Spettacolo teatrale
UN MATRIMONIO QUASI FELICE
di Nicola Zavagli con Beatrice Visibelli e la Compagnia Teatri d’Imbarco
lo spettacolo fa parte del progetto della Regione Toscana
VIVERE A RATE – FAMIGLIE A RISCHIO USURA

Il libro è stato realizzato con il contributo della Regione Toscana

31 marzo 2008

Assemblea dei Soci

ASSEMBLEA FONDO ETICO E SOCIALE DELLE PIAGGE
SABATO 12 APRILE 2008
ORE 17,00
presso il Centro Sociale "il Pozzo"
via Lombardia,1/p Firenze tel. 055373737
la partecipazione all'assemblea è aperta a tutte le persone interessate
chi lo desidera, dopo l'assemblea, potrà cenare insieme

23 gennaio 2008

Altracittà scopre le carte dei derivati toscani

L’Altracittà, il giornale dell’agenzia di base delle perfierie fiorentine, ha scelto la situazione dei “derivati” in toscana per l’ultimo editoriale dell’anno (qui). Riportiamo il loro contributo, ricordandovi che la campagna “A carte scoperte!” è tutt’ora attiva, e cresce in consensi e commenti. Prestissimo aggiornamenti più corposi.
“Cosa pensereste di un amministratore di condominio che coi soldi della cassa scommette sui cavalli? E se scegliesse le corse clandestine, puntando su cavalli dal nome suggestivo, probabilmente drogati? È un po’ quello che è accade quando gli enti locali decidono di investire nei cosiddetti ‘derivati’. Future, swap, warrant, cap floor, collar… sono alcuni dei tanti nomi di questo strumento finanziario incomprensibile ai più, e che pure è stato scelto da molti come cavallo su cui puntare.
I derivati sono strumenti finanziari il cui prezzo è basato sul valore di mercato di altri beni come azioni, indici, valute, tassi, ecc. Un fenomeno dalle dimensioni e dalle implicazioni preoccupanti che quasi nessuno dimostra di maneggiare con competenza. Nati per coprire le imprese da una serie di rischi legati alle loro attività (ad esempio il rischio di cambio, quello di tasso di interesse, di oscillazione dei prezzi delle materie prime o di credito), oggi sono una manna dal cielo soprattutto per le banche e un buco nero pericolosissimo per molti enti pubblici e molte piccole e medie aziende.
Nel caso dell’ente pubblico, è il caso di sottolineare che la materia prima per queste operazioni è presa dai soldi delle tasse: a fine 2006 gli Enti Locali italiani erano esposti per 13 miliardi di euro, mentre a fine agosto 2007, secondo Banca d’Italia, il valore di mercato dei derivati in tasca agli Enti Locali era negativo per un miliardo e 55 milioni di euro, su una perdita complessiva di 5 miliardi di euro attribuibili al sistema Paese.
Ma le cifre del Ministero del Tesoro in realtà sottostimano il pericolo, perché non tengono conto degli investimenti su banche estere, che secondo l’associazione Finansol.it arriva a 33 miliardi di euro.In ogni caso, circa l’80% dei contratti risulta in perdita con una rimessa media per operazione di circa 80.000 euro: gli Enti Locali hanno subito perdite medie molto più elevate di quelle delle imprese (circa 430.000 euro contro 76.000), anche a causa della dimensione media dei contratti più elevata (circa 12 milioni di euro di valore nozionale, contro i 2,6 milioni di euro delle imprese).
Il fenomeno è tuttora semiclandestino, è difficile addirittura recuperare i dati relativi agli enti che hanno sottoscritto derivati. L’unico elenco distribuito al pubblico è quello di Unicredit che ha diffuso una tabella dalla quale ricaviamo che i comuni lombardi clienti sono 16, tra cui Milano, per un totale di quasi 950 milioni di euro. In Toscana, salito alle cronache il comune di Marradi, che dagli swap ha creduto di guadagnare, finché non son venuti fuori i ‘costi impliciti’: 62.000 euro.
Anche il Comune di Firenze ha sottoscritto i suoi swap, rendendosi conto tardi dei problemi che comportavano. Secondo stime della Corte dei Conti, il debito degli enti locali toscani sottoposto a swap sarebbe di circa mezzo miliardo.Di fronte al dilagare di questo fenomeno, che mette a rischio i bilanci pubblici e le tasche dei cittadini e contribuenti, si è mossa Finansol.it associazione per la promozione della finanza solidale, che lancia la sua prima campagna pubblica chiamata “A carte scoperte”. La campagna chiede trasparenza nell’uso dei derivati finanziari, esigendo che, semplicemente, tutti gli enti pubblici che utilizzano questi prodotti lo segnalino con chiarezza ai cittadini. Per sostenere la campagna è possibile firmare la petizione on-line (www.finansol.it/petition).

17 gennaio 2008

ASSEMBLEA F.E.e S. delle Piagge

SABATO 2 FEBBRAIO 2008
ORE 17,00

Assemblea dei Soci
del
Fondo Etico e Sociale delle Piagge

presso
il Centro Sociale "il Pozzo"
via Lombardia,1/p Firenze
tel. 055373737

la partecipazione all'assemblea è aperta a tutte le persone interessate

chi lo desidera, dopo l'assemblea, potrà cenare insieme