24 dicembre 2010

Il Welfare non è un lusso

Sotto la montagna di rifiuti che sta sommergendo - nuovamente - la città di Napoli e la Campania vengono seppellite molte altre drammatiche emergenze sociali. Da mesi assistiamo alla chiusura di decine di case-famiglia, di centri diurni e di strutture residenziali, luoghi accoglienti e percorsi per persone, bambini e adulti, segnate dall’abbandono, dall’abuso e dal maltrattamento, dalla povertà, dall’emarginazione, dal fallimento. Persone che soffrono di disagi mentali e fisici. Persone la cui assistenza, nella migliore delle ipotesi, ricadrà sulle famiglie o spingerà unicamente al ricorso a nuove e vecchie istituzioni totali: non solo carceri, manicomi e istituti per bambini ma anche risposte inappropriate come ospedali e cronicari. Di fatto, a Napoli sono stati tagliati oltre cento servizi territoriali e quasi mille posti di lavoro per operatori sociali.

Per noi uno Stato è civile quando è in grado di garantire i diritti inviolabili dei cittadini; assicura pari dignità sociale ad ogni persona; tutela la salute come diritto fondamentale; assicura cure gratuite a tutti; garantisce l’esercizio degli stessi diritti civili e sociali su tutti i territori del paese; promuove coesione e solidarietà sociale, rimuove gli squilibri e le ingiustizie sociali; è in grado di garantire ai lavoratori il diritto ad una retribuzione certa ed adeguata. Questi principi sono enunciati nella nostra Costituzione.

Questo non è uno Stato giusto, perché al Sud più di una famiglia su quattro vive in condizioni di povertà, perché i disoccupati sono il doppio rispetto al resto del paese, perché la spesa sociale è cinque volte più bassa della media nazionale, perché essere anziani, bambini, disabili o semplicemente cittadini al Sud significa vivere in una condizione di difficoltà, peggiore di quella del resto del Paese.

Il Comitato «Il Welfare non è un lusso», insieme agli operatori e alle operatrici sociali in sciopero della fame e ai 300 che occupano l’ex Manicomio Leonardo Bianchi di Napoli, simbolo di questa lotta di civiltà, chiede al Governo, alle Regioni e ai Comuni di evitare ogni genere di taglio alla spesa sociale in Campania, al Sud ed in tutto il Paese, di ritornare ad investire seriamente sullo stato sociale, di valorizzare il lavoro sociale, di definire con la massima urgenza un piano per il superamento dell’emergenza in Campania e l’immediata riapertura dei servizi.

Il welfare non è un lusso: le politiche sociali garantiscono il benessere delle persone, più legalità e più sicurezza nei territori. Senza il lavoro di chi tutela la salute, l’assistenza, il benessere, la socialità e la legalità, le città saranno più povere, meno sicure e più violente.

22 dicembre 2010

Memorie di neve e ferrovie

Io nell'85 nelle ferrovie ancora non c'ero, sono entrata come Capo
Stazione poco dopo, nell'87 quando ancora erano Ente pubblico,
trasformate così, da Azienda Autonoma, attraverso la legge 210 dell'85
appunto. La nevicata di quell'anno me la ricordo eccome perché ero
studente fuori sede da Pescara e viaggiavo rigorosamente in treno. In
quell'invernata, in cui nevicò tanto anche sul mare a casa mia, presi
il treno in piena emergenza maltempo e, con qualche ora di ritardo,
molto freddo e molta pazienza, i convogli si muovevano, lenti, ma si
muovevano. Erano pochi però ed in parte, come mi ricorda mio marito, di
turno in questo fine settimana infernale e costretto a passare la notte
in stazione venerdì sera per essere presente a lavoro il sabato
mattina, furono subito soppressi per non creare nei viaggiatori
aspettative impossibili da mantenere. Stavolta no, FS non ha voluto
sopprimere niente nella pia illusione di potere, con la tecnologia,
garantire tutto. Confermo che c'erano meno treni e più persone a
lavorare e che le stazioni erano presenziate da personale fs, non da
operai di ditte che devono essere chiamati al momento e magari
risiedono così lontano (e fanno mille altri lavori contemporaneamente)
da non poter nemmeno arrivare sul luogo di lavoro quando necessario. Le
"scaldiglie" per gli scambi sono una ormai datata e collaudata
invenzione, permettono di girare i deviatoi in caso di ghiaccio, ma, da
quello che è successo, in caso di neve non garantiscono. Ieri è passato
da me un operaio degli impianti elettrici in pensione, con cui ho
condiviso nottate insonni e preoccupate di me, giovanissima Dirigente
Movimento (come si chiama in effetti il Capo Stazione proprio perché il
suo compito è far muovere i treni in sicurezza!) a guardia di scambi
non funzionanti, di rotaie rotte per il freddo o in fibrillazione per
il caldo, di segnali che, improvvisamente, non si accendono più al
verde, Dio solo lo sa perché. Nottate di treni merci lunghissimi ed
anonimi che si affacciavano al fascio di Rifredi a chiedere ricovero
durante il pasto veloce dei macchinisti (che si chiamavano Maestri!)
giunti affamati dall'Appennino, trascinandosi ritardi infiniti e voglia
di casa e riposo. Eravamo in diversi a condividere i turni e ci
volevamo molto bene ed i più anziani, che fossero operai, manovali, o
dirigenti, insegnavano tutto ai noi più giovani e noi ci sentivamo
tranquilli.
L'operaio in pensione mi conferma le fiaccole dell'85, di
cui racconta Tiziano, ed i treni fatti marciare a passo d'uomo e uno
alla volta ma, in qualche modo, fatti muovere. Sì, è cambiato tutto,
anche quello che non doveva affatto cambiare.
Un caro saluto a tutti

Adriana

21 dicembre 2010

Inchiesta derivati a Firenze, ipotesi truffa aggravata: sequestrati 22 milioni di euro.

La Guardia di Finanza di Firenze ha posto sotto sequestro preventivo 22 milioni di euro in istituti di credito nazionali e stranieri per i quali si ipotizza il reato di truffa aggravata, relativamente a contratti di finanza derivata sottoscritti dalla Regione Toscana, dal Comune di Firenze e da altri 3 Comuni della provincia fiorentina. Lo riferisce la stessa Guardia di Finanza in una nota. Le operazioni delle fiamme gialle, coordinate dalla Procura di Firenze, sono state focalizzate su Swap stipulati al 1999 in poi dalla Regione Toscana, dal Comune di Firenze e dai Comuni di Campi Bisenzio, San Casciano Val di Pesa e Tavernelle Val di Pesa per somme pari a oltre 1,4 miliardi di euro.

Oltre a profitti illeciti acquisiti ingiustamente dalle banche, spiega la Gdf nella nota, e’ stato stimato che le perdite che gli enti interessati hanno accumulato, in conseguenza della sottoscrizione dei citati contratti derivati, ammontano a circa 123 milioni di euro. Gli indagati sono 22: si tratta di dirigenti, funzionari e consulenti delle banche. Sono in corso anche 29 perquisizioni in abitazioni e uffici di dipendenti delle banche e amministratori pubblici.

Il sequestro delle somme, che secondo gli inquirenti costituirebbero un illecito profitto, e’ stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Firenze nei confronti di Merrill Lynch International di Dublino (circa 15milioni), Deutsche Bank AG di Londra (circa 1 milione e 700mila euro), Ubs Investment Bank di Londra (circa 1 milione di euro), Natixis Sa di Parigi (circa 2milioni 200mila euro), Monte dei Paschi di Siena (750mila euro), Dexia Crediop di Roma (634mila euro).
"http://www.altracitta.org/2010/12/21/inchiesta-derivati-a-firenze-truffa-aggravata-sequestrati-22-milioni-di-euro-il-commento-di-ornella-de-zordo/"

29 novembre 2010

Mutuo soccorso fiorentino di Pierluigi Sullo

Quel che si vede sempre meno, tra televisioni e giornali e urlacci della politica (guardare una trasmissione come «Ballarò» equivale a un forte mal di testa), è quanto le persone, le famiglie, si stiano sempre più impoverendo, i redditi stiano dimagrendo, i lavori scomparendo. Prendiamo Firenze, di certo non la città più povera in Italia. «Secondo i dati Istat rielaborati nel 2009 dall’Osservatorio della Società della Salute – scrive Alessandro Santoro, prete delle Piagge – gli abitanti di Firenze sono 365 mila: di essi circa 10 mila vivono in una situazione di povertà relativa, mentre 5 mila versano in condizioni di povertà assoluta». Perciò succede, come ciascuno può notare quando si ferma a un semaforo o parcheggia, che puntualmente qualcuno chieda l’elemosina o cerchi di vendere un pacchetto di fazzoletti di carta, proprio ciò che i sindaci – ridotti al ruolo di «sceriffo» dal progressivo furto delle loro sostanziali attribuzioni, come l’acquedotto e i servizi pubblici in generale – intendono combattere con ordinanze, divieti, multe. Ma a parte il fatto che a compiere il crimine di «accattonaggio», oltre a «zingari» e migranti, sono sempre più spesso poveri autenticamente nazionali, quel che non ci si chiede mai è come mai nessuno si prenda cura o offra qualche opportunità a queste persone precipitate oltre l’orlo della povertà. O meglio: c’è sì chi se ne prende cura. La Caritas, ad esempio, e molto altro associazionismo privato, e meno male. Ma il «pubblico»? Scrive sempre don Alessandro: «A nessuna persona in difficoltà può essere imposto un contributo economico per essere accolta in un posto caldo dove passare la notte, obbligandola di fatto, per raccogliere il denaro necessario, a compiere atti stigmatizzati dall’istituzione, come l’accattonaggio o il lavoro nero».

Ecco come il cerchio si chiude: l’avarissima solidarietà sociale delle istituzioni crea essa stessa i fenomeni che gli assessori fiorentini come quel tale Cioni che a suo tempo letteralmente creò una categoria di disturbatori della quiete pubblica, i «lavavetri», si ingegnano di reprimere. E in generale la situazione si va aggravando, causa crisi. I tagli tremontiani non colpiscono solo l’università o la cultura: a Napoli, tanto per fare un esempio, Regione e comune letteralmente non pagano i debiti, spesso pluriennali, che hanno contratto con il sistema della cooperazione sociale, senza la quale la disgregazione della società napoletana sarebbe assai più grave di quanto già non sia. Cooperative che impiegano migliaia di operatori (e stiamo parlando di quelle non sfruttano il lavoro) sono allo stremo, ciò che crea un circolo vizioso: povertà e disoccupazione si sommano a povertà e disoccupazione.

Naturalmente, per fronteggiare questa emergenza – questa lo è per davvero – ci sono i modi classici: rivendicare che le istituzioni pubbliche facciano il loro dovere; organizzare autonomamente reti di solidarietà sociali che cerchino a loro volta di ottenere risorse dalle casse pubbliche. Ora però la comunità delle Piagge, quella appunto di Alessandro Santoro - rimosso a suo tempo dal vescovo e poi rimesso al suo posto grazie a una insurrezione cittadina - propone in un appello (http://bit.ly/uneuro) un’altra possibilità. «Proponiamo – scrive Alessandro – che l’amministrazione comunale sostenga una campagna affinché ogni cittadino/a residente a Firenze e che abbia un reddito superiore ai 1.000 euro netti mensili (ovvero la soglia di povertà relativa) possa versare un euro al mese per la costituzione di un ‘Fondo di emancipazione sociale’». Il Fondo potrebbe «produrre opportunità di lavoro per le persone che sono costrette a vivere sulla strada a causa di gravi vicende personali, dei tagli del governo sulla spesa sociale, per l’inadeguatezza dei servizi pubblici». Insomma, un «mutuo soccorso» cittadino, un inizio di nuovo welfare comunitario. Che non è affatto una utopia: alle Piagge, quartiere tra i più poveri della città, da anni esiste un fondo per il microcredito, nutrito di contributi anche minimi, che ha gestito fin qui 150 mila euro e ha permesso a cento famiglie di non perdere la casa e non ricorrere agli usurai. In attesa che il sindaco «rottamatore» Renzi dia un segnale, chi vuole può contribuire con donazioni nel conto corrente della comunità delle Piagge: IBAN: IT10 R076 0102 8000 0002 4725 509. Causale «Fondo di emancipazione sociale».

ProgettoConciatori

20 novembre 2010

Un euro per l’accoglienza? Lo paghi chi ce l’ha. Appello per un “Fondo di emancipazione sociale”

Appello per la costituzione di un “Fondo di emancipazione sociale” nella città di Firenze. Adesioni su http://bit.ly/uneuro


L’accoglienza non può essere né monetizzata né mercificata. Se una persona vive in uno stato di emergenza ha il diritto di essere accolta senza dover tirar fuori un euro dalle proprie tasche, perennemente vuote.

Se è vero, come è vero, che le istituzioni hanno il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto l’eguaglianza tra cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona” (art. 3 della Costituzione), a nessuna persona in difficoltà può essere imposto un contributo economico per essere accolta in un posto caldo dove passare la notte. Obbligandola di fatto, per raccogliere il denaro necessario, a compiere atti stigmatizzati dall’istituzione stessa, come l’accattonaggio o il lavoro nero. Nessun presunto percorso pedagogico di inserimento può esistere sotto la pressione di un ricatto, per di più ammantato da una presunta dignità istituzionale.

A Firenze, secondo i dati Istat rielaborati nel 2009 dall’Osservatorio della Società della Salute, gli abitanti sono 365.000: di essi circa 10.000 vivono in una situazione di povertà relativa, mentre 5.000 versano in condizioni di povertà assoluta. Crediamo pertanto, e ci appelliamo all’amministrazione comunale e ai fiorentini e alle fiorentine tutte, di restituire ciò che è stato tolto agli ultimi e alle ultime, affinché possano tornare a vivere con dignità.

Proponiamo pertanto che l’amministrazione comunale adotti, sostenga e promuova una campagna affinché ogni cittadino/a residente nella città di Firenze, che abbia un reddito superiore ai 1.000 euro netti mensili (ovvero oltre la soglia di povertà relativa), possa versare un euro al mese per la costituzione di un “Fondo di emancipazione sociale” utile a produrre opportunità di lavoro per le decine di persone che sono costrette a vivere sulla strada a causa di gravi vicende personali, dei tagli del governo sulla spesa sociale, per l’inadeguatezza dei servizi pubblici. Un fondo, ma è solo un esempio, che possa retribuire nel pieno rispetto della legge coloro che utilizzano le strutture d’accoglienza per lavori di pulizia e di cura del luogo stesso che li ospita.

Tutto ciò è possibile. Niente di utopico. Il microcredito piaggese – che nasce e cresce grazie al principio morale “Se hai, hai per dare” – ha raccolto oltre 150.000 euro in uno dei quartieri più poveri della città grazie a piccoli versamenti, anche solo di 25 euro. Con quei denari, che costituiscono il “Fondo etico e sociale delle Piagge”, oltre 100 persone e famiglie con difficoltà economiche hanno potuto far fronte alle emergenze, fuggire dall’usura, recuperare una dignità perduta. Se questo è stato possibile ai margini della città, dove le risorse sono ridottissime, sarà certamente possibile costituire, con la partecipazione di tutti, un “Fondo di emancipazione sociale” per chi ne ha bisogno. A partire da subito.

Per questo ti chiediamo di aderire a questo appello, di girarlo ai tuoi conoscenti, di parlarne in famiglia, sul luogo di lavoro, a scuola e ovunque sia possibile appellarsi al senso di solidarietà dei fiorentini e delle fiorentine. Questo è il link da far girare http://bit.ly/uneuro.


Grazie per il tuo impegno a difesa della dignità degli ultimi.
Alessandro Santoro e la Comunità delle Piagge

( l'Altracittà giornale della periferia  http://www.altracitta.org/ )

10 novembre 2010

Microcredito di Prossimità

In questi ultimi anni “attivare progetti di microcredito” sembra essere diventata un’attività molto popolare e diffusa. Molte banche si mettono il vestito buono e, mentre commerciano in armi con la mano destra, con la sinistra forniscono denaro per finanziare progetti no profit, spesso anche a quegli stessi paesi a cui hanno sovvenzionato le armi. Come dire una mina e una mucca.
E anche quando i destinatari del credito sono persone le cose non cambiano: i bisogni vengono strumentalizzati a fini propagandistici da banche, finanziarie e spesso anche da alcuni enti locali che erogano “briciole di denaro” per risolvere problemi immediati, invece di attivare politiche sociali di autodeterminazione, inclusione e partecipazione che potrebbero realmente eliminare i problemi. In sostanza è molto più semplice dare denaro che non costruire relazioni.
Al contrario, il Fondo Etico e Sociale delle Piagge, il progetto di microcredito della realtà delle Piagge, da 10 anni cerca di costruire e diffondere modalità alternative capaci di pensare e utilizzare il denaro, tentando di mettere creatività, cuore e testa in un settore come quello della finanza che ci viene generalmente raccontato come noioso, incomprensibile e sterile proprio per evitare che le persone possano appropriarsene. Ed è proprio in questo camminare che abbiamo sentito il bisogno di aggettivare il vocabolo microcredito aggiungendoci il termine prossimità. Essere prossimi per essere vicini, per ascoltare, accogliere, costruire insieme sogni e speranze.
Nel microcredito di prossimità i prestiti sono di piccola entità e sostengono i bisogni delle persone che vivono in un territorio circoscritto e ben delimitato; non si tratta di beneficenza perché il denaro distribuito deve essere restituito per fornire ulteriore credito; non vengono richieste garanzie patrimoniali ma sono essenziali quelle relazionali; Il denaro è raccolto direttamente dalle persone e i rapporti tra i soci finanziati e finanziatori sono basati su principi di reciprocità, fiducia e responsabilità.
Alla base di tutto c’è quindi la relazione tra le persone, relazione a volte non facile perché nasce dalla richiesta di un aiuto concreto e, soprattutto all’inizio, è mediata dal denaro. Nel mondo che stiamo vivendo costruire relazioni avendo come argomento comune il denaro risulta abbastanza strano e soprattutto è complicato uscire dagli schemi del buonismo, della dipendenza e della gratitudine. Quando però si comincia a intravedere che i sorrisi, gli abbracci e le parole scambiate contribuiscono a costruire piccoli angoli di un mondo più giusto e conviviale, allora si dissolvono i dubbi e le paure e il filo che ci lega non è più rappresentato dal denaro ma dalla solidarietà e dalla prossimità.
Proprio il termine che aggettiva la parola microcredito.

(MARIA CHIARA MANETTI)

La leggenda di Tobin

Leggo su Repubblica di qualche settimana fa che i mercati non sono ancora pronti per la Tobin Tax, nonostante il sostegno di paesi come Francia e Germania. Sono incuriosita, non tanto perché l’articolo mi permette ancora una volta di toccare con mano com’è fatto il mondo dei poteri forti ed invisibili che domina le nostre vite, quanto per le motivazioni, diciamo così, di natura organizzativa, che impedirebbero l’applicazione della tassa. Provo a spiegare e a raccontare. Si tratta di una vecchia storia, che mi ha sempre affascinato, lanciata nel 1972 dall’economista e futuro Premio Nobel James Tobin. L’idea è quella di introdurre una tassa minima sui capitali finanziari da cui si otterrebbe un gettito potenziale enorme. Se si calcola infatti, che ogni giorno il solo mercato valutario muova, a livello mondiale, 4mila miliardi di dollari di transazioni, l’applicazione su questa mole di valore di un’aliquota anche molto bassa, per es. dello 0,1 %, produrrebbe un gettito di 1200 miliardi l’anno (un dollaro per ogni mille scambiati) che sarebbe possibile destinare a nobili scopi, quali la lotta alla povertà e gli sforzi per contrastare il cambiamento climatico; inoltre ci sarebbe l’effetto collaterale, ma non secondario, di scoraggiare le speculazioni rendendo più trasparenti gli scambi. Ed è proprio qui, nell’effetto trasparenza, che stanno i veri motivi per sostenere che la tassa è scarsamente praticabile. Per introdurla, infatti, occorrerebbe registrare tutte le transazioni, compresi i famigerati derivati, cioè quei titoli il cui prezzo è basato sul valore di mercato di altri beni (azioni, indici, valute, tassi ecc.). Inoltre, per avere efficacia, la tassa dovrebbe essere introdotta a livello mondiale perché, se lo facessero solo alcuni paesi, si otterrebbe, come unico effetto, di far fuggire i capitali da questi ultimi verso paesi che non tassano. Alcuni degli oppositori della Tobin Tax, tra i quali il Ministro de Tesoro britannico Osborne, sostengono anche che la registrazione di tutte le transazioni rallenterebbe troppo l’andamento dei mercati. Io però mi chiedo se nell’era di Internet e della banda larga, sia credibile che un atto, diciamo così, puramente formale com’è quello di registrare un’operazione finanziaria, sia in grado di rallentare un processo che viaggia comunque su un percorso completamente virtuale. Secondo me, il vero motivo, resta che, evitando la registrazione delle transazioni, le grandi piazze finanziarie mondiali possono continuare ad avere le mani libere facendo fluttuare i capitale senza regole ben definite, e privilegiando le trattative private e, soprattutto, segrete.
Insomma, anche a questo giro, la Tobin Tax rischia di rimanere un sogno nel cassetto, anche perché dalla City londinese, che muove da sola più di un terzo delle transazioni valutarie globali, arriva una netta opposizione, condivisa anche dal nostro Ministro dell’Economia Tremonti, che ha definito l’idea affascinante ma di scarsa praticabilità, vale a dire, l’ennesima “bizzarria” di qualche comunista delle prima era!
A questo punto, resta solo l’amaro in bocca per l’ennesimo impegno non preso e per l’ennesima occasione persa di fare qualcosa di buono per venire in aiuto a chi, a causa di questa crisi invisibile ed ingovernabile, ha visto il suo quotidiano sfaldarsi senza nemmeno capire perché.
Ultima notazione: la discussione sulla tassa è rimandata al G20 di novembre ma dal G8 del 2005, anno in cui i paesi ricchi si erano impegnati a sborsare 50 miliardi di dollari l’anno per i paesi poveri, nulla è cambiato anzi, se possibile, tutto è andato peggiorando ed il tema degli aiuti è semplicemente sparito dall’agenda dei vertici mondiali…
                                                                                                                            (ADRIANA ALBERICI)

24 ottobre 2010

ASSEMBLEA DEI SOCI
DEL
FONDO ETICO E SOCIALE DELLE PIAGGE

SABATO 30 OTTOBRE 2010 alle ore 17,30
Centro Sociale “IL POZZO” via Lombardia, 1/p tel. 055373737
l' Assemblea è aperta a tutte le persone interessate

alla fine dell’assemblea chi lo desidera potrà cenare insieme
sono graditi contributi eno-gastronomici da condividere
siamo tutti invitati a portarci piatto, posate e bicchiere

18 ottobre 2010

MICRO CREDITO UNA AVVENTURA CHE CI PIACE

Era da qualche tempo, che a noi del gapa, piaceva l'idea di intervenire con aiuti di tipo economico, ma fuori da ogni tipo di becero assistenzialismo,utilizzando le antiche pratiche dell'economia solidale in uso nelle comunità contadine, piuttosto che in quelle anarchiche e socialiste.
Insomma intervenire fra la gente che vive nel quartiere di San Cristoforo, dove il "centro gapa"opera con e per i minori, gli uomini e le donne per il riscatto della dignità e i diritti di questi.
San Cristoforo, oppresso dalla disoccupazione, da una cattiva politica che lo costringe ad una povertà insopportabile, da le mafie che trovano facile aggregazione tra i giovani, da una economia consumistica opprimente.
In questo stato di cose trova spazio la grande usura mafiosa, l'assistenzialismo corrotto delle parrocchie, la piccola usura praticata da chi ha qualche soldo in più,verso coloro, che non hanno nulla.
Così fare la spesa, pagare una bolletta, la rata del mezzo che ti serve per lavorare, diventa una fatica mortificante.
In questi anni abbiamo conosciuto ed osservato diversi gruppi ed associazioni che vorrebbero praticare una qualsiasi modalità di sostentamento economico e solidale.
Pratiche che passano o attraverso il terzo settore sociale privato,o peggio, le ambigue fondazioni bancarie,che fanno comunella con le grandi organizzazioni di solidarietà sociale, legittimando un uso del denaro che non si sa da dove venga, vedi a Catania, "ORATORIO SALESIANO", "CARITAS DIOCESIANA"MOVI" ed altri.
Volevamo una cosa diversa, qualcosa più semplice, più a contatto con la realtà della gente con cui abbiamo relazioni quotidiane.
Ed ecco, che incontriamo, sul nostro percorso alla ricerca della giustizia sociale e per una economia equa e solidale, la comunità delle Piagge di Firenze ed il suo promotore, Alessandro Santoro, che ci "insegna", durante un pomeriggio pieno di idee e emozioni, al "gapannone", come usare quel "micro credito" vicino alla gente lontano dai vanti delle grandi organizzazioni sociali.
Il gapa ha gia avviato, grazie a tutti e tutte voi, la prima azione di "micro credito", lo ha fatto, verso un artigiano rimasto senza bottega ed attrezzature, che se non avessimo incontrato, sarebbe caduto nelle mani di qualche usuraio, questo oggi, ha ripreso il suo lavoro con serenità, e l'altro giorno, con
grande gioia e dignità,ci ha comunicato, di aver pagato la prima rata!
Grazie di aver creduto in noi e al nostro percorso che è anche il vostro, incontriamoci al più presto ed un ciao a tutti e tutte.
Ci dispiace molto non aver potuto partecipare all’incontro organizzato da voi, sarebbe stata l’occasione per conoscere tanta gente che da anni lavora in prima linea per ottenere un mondo migliore ed un’opportunità di confronto sull’argomento del microcredito. Noi pensiamo che questa forma di finanziamento sia un sistema opposto a quello capitalistico che dia la possibilità economica a molte persone che vogliono migliorarsi ma che non avendo garanzie non sono aiutati da nessuno, e qui nel nostro quartiere ce ne sono tanti !
Speriamo di incontrarvi presto e tutti i volontari del GAPA Vi salutano cordialmente.



GAPA(giovani assolutamente per agire)
centro di aggregazione popolare
San Cristoforo - Catania
(Giovanni Caruso, Marcella Giammusso, Paolo Parisi)

Catania 16/10/2010

per saperne di più andate su www.associazionegapa.org

05 ottobre 2010

BUON COMPLEANNO FONDO !

Il Fondo Etico e Sociale delle Piagge
esperienza di microcredito e finanza critica
compie 10 anni


festeggiamo insieme
venerdì 15 e sabato 16 ottobre

al
Centro Sociale Il Pozzo - via Lombardia, 1/p - Firenze
tel. 055373737


Venerdì 15 Ottobre

ore 19,00 Apertura Festa - Stuzzichini stuzzicanti
della Cooperativa Equazione
a seguire concerto con

Giorgio Cordini e la Piccola Orchestra Apocrifa
in
La Buona Novella di Fabrizio De Andrè

- Ingresso libero Offerta gradita -


Sabato 16 Ottobre

ore 9,30 apertura banchini amici

ore 10,00 laboratori sul denaro con i ragazzi delle scuole medie
a cura della Cooperativa Il Pozzo

ore 12,30 apertura punto ristoro con panini, vino
e molto altro a prezzi popolari

ore 15,00 Incontro speciale per Soci e Amici;
rete di beni e servizi e moneta sociale alternativa all’euro;
una economia conviviale per il Fondo Etico.

ore16,00 intermezzo di musica e balli con i Suonatori della Leggera

ore 17,00 riflessione "Unico Interesse le Persone,
il microcredito di prossimità"

introduzione con una novella di Ilaria
e videotestimonianze dal "Fondo"

partecipano: Ugo Biggeri presidente di Banca Etica

Luca Jori MAG6 di Reggio Emilia

Alessandro Santoro Fondo Etico e Sociale delle Piagge

coordina l’incontro Giovanna Panigadi

ore 19,30 cena etica solidale e affettuosa

ore 20,30 musica e balli popolari "finché le gambe reggono"
con i Suonatori della Leggera

04 ottobre 2010

27 settembre 2010

18 agosto 2010

Aggiornamento Appello per la Finanza Mutualistica e Solidale

Carissimi/e,

grazie all’impegno e all’attenzione di tutti coloro che hanno partecipato al sostegno e alla diffusione dell’appello, abbiamo ottenuto un primo risultato importante che apre strade di dialogo con il governo per un pieno riconoscimento della Finanza Mutualistica e Solidale.

A seguito del nostro appello inviato da più di 1.500 persone in poco più di un mese siamo riusciti ad interagire con gli Onorevoli Massimo Vannucci, Mimmo Lucà e PierLuigi Castagnetti.

Sul sito di MAG4 potete trovare la rassegna stampa.

L’Onorevole Massimo Vannucci ha posto l’attenzione sul tema del riconoscimento della finanza mutualistica e solidale all’interno della discussione in corso alla Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera.

La commissione in data 6 luglio 2010 ha valutato favorevolmente lo schema di decreto legislativo con la seguente osservazione: “valuti la Commissione di merito l’opportunità di prevedere nell’ambito delle disposizioni del provvedimento un adeguato riconoscimento della finanza mutualistica e solidale che, nel rispetto delle modalità operative determinate dalla Banca d’Italia, ne salvaguardi i caratteri qualificanti e l’operatività, in considerazione del rilevante ruolo sociale dalla stessa svolto». Anche la commissione Finanze del 20 luglio ha valutato favorevolmente il riconoscimento della Finanza Mutualistica e Solidale.

A seguito dei pareri espressi nelle commissioni siamo stati convocati il 24 luglio per un incontro con il sottosegretario al Ministero dell’ Economia e Finanza On. Alberto Giorgetti.

Il decreto legislativo approvato nel consiglio dei ministri il 30 luglio non ha esplicitamente riconosciuto meritevole di tutela autonoma la finanza mutualistica e solidale, come da noi richiesto, ma ha comunque inserito all’interno dell’art.111, che norma il microcredito stesso, un ampliamento dei potenziali interlocutori, prevedendo che soggetti senza fini di lucro possano svolgere attività finanziaria. Iil Ministero dell’economia, sentita Banca d’Italia, emaerà disposizioni attuative contenenti deroghe agli importi massimi finanziabili e agli adempimenti e controlli attualmente obbligatori.

Restiamo quindi in attesa del testo ufficiale del decreto legislativo e dei possibili sviluppi della normativa secondaria, continuando nel frattempo a mantenerci in contatto con i parlamentari che hanno dimostrato sensibilità al tema.

Un caro saluto, a settembre ci riaggiorneremo sulla situazione!

a presto

Associazione verso MAG Firenze, Coop. MAG4 Piemonte, Coop. MAG 6, Coop. MAG Roma

15 luglio 2010

Un decreto legislativo minaccia le MAG

C’è una minaccia che incombe sul futuro della nascente MAG Firenze e delle MAG italiane già esistenti o in formazione.
Alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica sono in discussione una serie di provvedimenti in materia di credito al consumo e di intermediari finanziari che in sostanza incrementano il sistema di controlli e raddoppiano il capitale minimo necessario alla costituzione di una Finanziaria (da 600,000 a 1,200,000 Euro!!).

I provvedimenti, in sé legittimi e rispondenti ad una direttiva Comunitaria, diventano di fatto un forte aggravio per tutto quel mondo che si riconosce nel concetto di finanza mutualistica e solidale.

L’associazione Verso MAG Firenze insieme a MAG Roma, a MAG 4 di Torino e a MAG 6 di Reggio Emilia hanno preparato un’appello on line da inviare ai parlamentari: è possibile aderire cliccando qui sotto:

"http://www.mag4.it/prima-pagina/prima-pagina/305-appello-testo.html"
(se il collegamento non dovesse funzionare è sufficiente copiare ed incollare nella barra del browser)

Per avere ulteriori informazioni visita il sito www.magfirenze.it.

AGISCI: FIRMA e AIUTACI A DIFFONDERE L'APPELLO.

Abbiamo pochi giorni a disposizione per provare a cambiare le cose, sfruttiamoli bene!

04 luglio 2010

Assemblea dei Soci
del
Fondo Etico e Sociale delle Piagge

SABATO 10 LUGLIO 2010 alle ore 17,30
presso il
Centro Sociale
IL POZZO
via Lombardia, 1/p - Firenze
tel. 055373737

L' Assemblea è aperta a tutte le persone interessate
alla fine dell'Assemblea chi lo desidera potrà cenare insieme
sono graditi contributi eno-gastronomici da condividere
se possibile portatevi anche piatto posate e bicchiere
così evitiamo di usare quelli di plastica

02 luglio 2010

Verso Mag Firenze verso …Catania, quartiere San Cristoforo, associazione GAPA

Una mattina mi son svegliata e ho trovato… una chiamata sul cellulare. Un numero a me sconosciuto. Lo richiamo: era Ale, da Villore. Don Alessandro Santoro che mi chiede con voce viva se mi andrebbe di andare con lui a Catania due giorni a fine giugno, per portare la nostra esperienza di microcredito a un gruppo di benintenzionati a mettere in atto anche loro una realtà come il nostro Fondo Etico.
Sdeng!
Esito, farfuglio, mille pensieri mi assaltano la mente e il cuore: la Daria, mia figlia undicenne, vispina e ribelle ma ancora abbriccata alle gonne – che non porto quasi mai – della mamma, specie quando cala la notte. Roberto, il mio compagno: capirà? Capirà che io che non sono mai libera di fare una “trasferta” con lui, parto invece per altri lidi per altri motivi? E i miei impegni: il corso per OSS, il tirocinio che sto rimandando a chissà quando per via di due costole rotte.
Mi prendo qualche minuto di rimuginamento e dico a Ale che lo richiamo a breve. Ovviamente! lui ha bisogno di una risposta quasi immediata, in mattinata deve fissare l’aereo e dare i nominativi.
Roberto è lì con me e subito sento e vedo che è d’accordo. Pessimista come al solito, mi rammenta che zone sono quelle (la mafia…), ma è dalla parte del sì. Io il sì ce l’ho già dentro, ma devo titubare ancora un po’. La Daria la “sistemo” subito, quando ci vuole ci vuole, la metterò davanti alla decisione compiuta. Rimane il problema del tirocinio (il corso è a posto, le lezioni riprendono il 30 di giugno, il giorno dopo il previsto rientro da Catania). Decido che in qualche modo farò: se avrò già ricominciato il tirocinio, chiederò due giorni e li recupererò con due domeniche; se non sarò ancora guarita, avrò il certificato medico a coprire anche quei due giorni.
Quindi: sì, ho deciso e chiamo Ale.
Mi dà la spinta anche un pensiero che mi ha colto e che ho espresso il giorno prima come preghiera alla Messa: il coraggio di andare contro corrente. E allora andiamo! Senza indugio…

Domenica 27 giugno 2010, Piagge h. 13.00-Catania h. 23.00
Il viaggio d’andata dura molto, molto di più del previsto: l’aereo ci perde (e non sa cosa si perde!) e una capetta dal caschetto sfilato, biondo, ci fa la grazia di farci valere il biglietto da Bologna. Lì scopriamo che il nostro volo, previsto per le 18.30, porta mezzora, poi un’ora, infine due ore di ritardo e insomma ci stacchiamo dal suolo alle 21.15. I nostri amici Paolo e Marcella sono già all’aeroporto di destinazione ad aspettarci quando noi siamo ancora a vagolare per l’aeroporto di Bo, alla caccia – tanto per ammazzare il tempo – dello snack che la Meridiana ci offre per riparare il danno del dannato ritardo. Al telefono i catanesi ci dicono “Va bene, vi aspettiamo comunque per cena”. E da qui si dovrebbe già arguire parecchio dell’accoglienza che abbiamo trovato – perché alla fine ci siamo arrivati! – in quella città tanto bella quanto …sgarrupata, tanto che uno potrebbe, mentre guarda quei palazzi baciati, cotti e smangiucchiati dal sole cerca di immaginare come sarebbe se… se… E comunque. Questa è Catania.
Il nostro Paolo si rivela subito un cicerone perfetto (mi vedo già che quando verrà a Firenze avrà molto da svelarmi su questa nostra (?) ambitissima città d’arte), ci spiega tutto, dalla politica alla festa di Sant’Agata, che poi sono la stessa cosa. Ma di questo, vi parleremo nella prossima puntata…
Veniamo a noi, allo scopo di questa nostra gita-lampo. Una mezza giornata ce la siamo già giocata coi mezzi di trasporto, ma intanto ceniamo sul terrazzo di casa Parisi e cominciamo a scambiare con i due pacatissimi, simpaticissimi coniugi (non ricordo più da quanti anni insieme, anche al lavoro!) e Ivana, la loro figlia, che non poteva che essere calma, viva e gentile come loro, nella maniera giusta. Già cominciamo a entrare nel vivo degli scambi di racconti, resoconti e sfoghi vari. Naturalmente loro chiedono delle vicessitudini sofferte da Ale e dalla Comunità delle Piagge per l’esilio imposto dal nostro Eminente.
La mattina dopo, seduti a un bar davanti a veracissime granite alla mandorla e al limone, con Marcella e Paolo ai quali si è aggiunto un altro veterano del Gapa, Toti, affrontiamo la questione del microcredito, che loro vorrebbero attuare nel loro quartiere. Nel pomeriggio, poi, ci sarà una riunione molto più allargata, nei locali dell’associazione, dove Ale parlerà quasi ininterrottamente per circa quattro ore. Decidiamo che in quella sede l’argomento sarà trattato in maniera meno dettagliata, più a volo d’uccello, vista la quantità e quindi la varietà di provenienza e di motivazioni delle persone intervenute: oltre a tanti del GAPA (a proposito: G.A.P.A.= Giovani Assolutamente Per Agire, c’erano persone, di varie età, di Mani Tese, di Pax Christi, di un’associazione di lotta all’usura, quasi tutti interferenti o interagenti col Gapa e comunque interessati al microcredito o, qualcuno, anche, venuti lì semplicemente per ascoltare Alessandro. Ma poi, fatto sta che via via che passava il tempo, il cerchio si stringeva e venivano fuori domande sempre più precise e molti dei partecipanti, chi per un motivo chi per un altro, lasciavano la riunione, alla fine è rimasto il …nocciolo duro degli interessati al progetto di microcredito. E lì il discorso è sceso anche nei particolari più tecnici e burocratici. Alessandro ha provato a formulare un’ipotesi di attuazione del loro – forte, motivato, circostanziato, coscienzioso – desiderio di lanciarsi in un progetto come il nostro del Fondo Etico. Una specie di: il microcredito di San Cristoforo starà al Fondo Etico Piagge come il Fondo Etico Piagge sta a Mag 6. Per il resto, o meglio per l’essenziale, i principi che circolano tra loro sono in sintonia con i nostri: niente banche, niente finanziamenti da enti locali, niente beneficienze, niente carità; tutto sul quartiere, nel quartiere e per il quartiere. Si sono, tra l’altro, in questo lungo e impegnato pomeriggio, resi conto che c’è da aspettare. Aspettare, valutare, soppesare, discutere, scandagliare… Marcella se ne viene fuori da sola – prima che noi glielo suggerissimo caldamente – con il constatare che devono subito, un gruppo di loro, cominciare a riunirsi e già propone di fissare una data, di cercare di incastonarla in tutto il mosaico di attività che si svolgono al Gapa (cura, nel senso di I CARE, di bambini e ragazzi, doposcuola, campi estivi, palestra… e, insomma, visitate il sito: WWW.ASSOCIAZIONEGAPA.ORG).
Alessandro, tra l’altro, nel cercare di cucire a loro misura un “modello” per la partenza del microcredito, precisa che comunque si tratterebbe, per loro, di cominciare con uno, al massimo due prestiti. Uno di questi si è già profilato e anzi deciso: si tratta di Massimo (presente alla riunione con la moglie Angela e il più piccolo dei loro tre figli, Francesco), barbiere in San Cristoforo ma da qui costretto a spostarsi per cercare una bottega altrove nella città perché sfrattato. Ma ne parleremo meglio, una volta vagliato il caso da parte della Commissione, nella prossima assemblea del Fondo, il 10 luglio prossimo.
Per ora, mi piace e quasi mi commuove potervi dire che Massimo, talmente ha capito l’anima del progetto, che subito in serata, dopo la riunione, ha telefonato a Toti per dirgli che si rende conto che lui non può chiedere questo prestito perché il nuovo negozio dovrà aprirlo fuori dal quartiere di San Cristoforo…!!!
Credo che i nostri amici del Gapa partiranno subito con un’eccezione…

(Daniela)

30 giugno 2010

VOGLIAMO CONTINUARE A FARE FINANZA MUTUALISTICA E SOLIDALE!

Invia anche tu l'appello per il riconoscimento delle MAG nella riforma del nuovo Testo Unico Bancario

Da alcuni decenni le MAG (Mutue Autogestione) si occupano di Finanza Mutualistica e Solidale ( http://www.finanzaetica.net ).
Le MAG che svolgono come attività principale la Finanza Mutualistica e Solidale sono attualmente quattro (MAG2 Finance Milano, MAG4 Piemonte Torino, MAG6 Reggio Emilia,
MAG Venezia) - altre quattro (Cesena, Firenze, Reggio Calabria, Roma) sono in fase di costituzione - e svolgono da più di trent'anni un ruolo sociale importante per le collettività di riferimento; ciò non solo per le migliaia di soci compartecipi e di finanziamenti effettuati, ma anche sotto il profilo della formazione, della cultura e dell’assistenza tecnica all’avvio ed allo sviluppo di enti non profit (Cooperative, Mutue, Associazioni, ecc.).

Con il testo in consultazione nel mese di maggio sul sito del Ministero dell'Economia e delle Finanze ed ora in discussione alle camere, relativo all’attuazione della direttiva sul credito al consumo e della delega di cui all’art. 33 della legge 88/09 in materia di intermediari finanziari si
dirà: “abbiamo tutelato il microcredito”, “abbiamo tutelato l’etica nella finanza”; ma è veramente così?

La Finanza Mutualistica e Solidale non trova invece riconoscimento nel testo, non c'entra nulla con il microcredito e rischia di essere equiparata alle altre comuni finanziarie oggetto di sempre maggiori adempimenti e controlli.

La Finanza mutualistica e solidale opera con criteri stringenti ed inequivocabili:
1) pone attenzione alla provenienza del denaro,
2) ha modalità partecipate di gestione del denaro,
3) ha finalità sociale a prescindere dall’importo del prestito concesso.

Nel Microcredito, come disciplinato dal testo in consultazione:
1) la provenienza del denaro non è rilevante,
2) le modalità partecipative della gestione del denaro non sono rilevanti
3) la finalità sociale dei prestiti non è rilevante

Concretamente quindi una “banca armata” potrà costituire una finanziaria che fa microcredito (come è già stato fatto da alcuni soggetti che attualmente operano in Italia), e presentarsi automaticamente tra i “buoni”.
Sarà, invece, praticamente impossibile agire come fanno le MAG e raccogliere denaro “dal basso”, ipotizzando un uso diverso dello stesso e dei rapporti su di esso basati.

La nuova normativa non prevede nessun cambiamento sociale, nessuna ipotesi di cambiamento sociale, ma solo assistenza e pubblicità. Si regaleranno gli abiti smessi e non si concederà la possibilità di comprarsene dei nuovi con dignità.

C'è la crisi: le banche devono adattarsi. E tutti dobbiamo adattarci alle banche.

La deriva della finanza, sotto gli occhi di tutti, non richiede meri aggiustamenti bensì radicali cambiamenti di paradigma nella gestione del denaro quale “bene comune” al servizio della collettività.

La Cooperativa MAG6 e la rete ad essa collegata chiede di poter continuare ad operare proponendo di inserire un adeguato riconoscimento della finanza mutualistica e solidale.

Puoi inviare l’appello al seguente link

http://www.mag6.it

02 giugno 2010

Proposta per i Soci del Fondo Etico e Sociale delle Piagge

Caro Socio,

se hai letto con attenzione il numero del Fondoinforma che precedeva l’Assemblea del 20 febbraio, non ti sarà sfuggita la proposta di autotassazione per i soci del Fondo Etico e Sociale delle Piagge.

Come c’era scritto nel breve articolo, per l’anno appena trascorso e probabilmente anche per il prossimo, MAG6, la Cooperativa Finanziaria dove abbiamo depositato i nostri soldi e che con quest’ultimi eroga i prestiti che approviamo, non riconoscerà ai propri soci e quindi anche a noi alcun interesse. Questo denaro infatti sarà utilizzato per finanziarie lo studio di un progetto sociale di costituzione di una rete di solidarietà.

Inoltre, quando sarà operativa la nascente MAG Firenze, il Fondo Etico si “appoggerà” a questa che già nel suo statuto riconosce ai propri soci una rendita pari a zero.

Come è stato spiegato in maniera approfondita durante l’Assemblea, in questi anni, la rinuncia anche parziale da parte di molti di noi a questo interesse riconosciuto da MAG6, ha permesso di sostenere tutte le spese di gestione della nostra esperienza di microcredito delle quali non possiamo fare a meno.

La proposta quindi di una piccolissima autotassazione nasce dall’esigenza di “inventarci” altre forme condivise per coprire queste spese.

L’assemblea dei soci del 20 Febbraio ha accolto con entusiasmo questa idea, e gia in quell’occasione molte persone hanno iniziato a contribuire con le piccole quote richieste.

L’idea insomma è che possiamo riconoscere un valore importante a quelle monetine di pochi centesimi che spesso ci troviamo nelle tasche e magari non prendiamo neanche in considerazione quando andiamo a pagare i nostri conti. Oggi queste monetine, messe tutte insieme possono aiutare il Fondo Etico e Sociale a portare avanti con coerenza l’idea di “giustizia sociale” che da sempre anima la nostra esperienza.

Per molti di noi rinunciare a un euro o due al mese è qualcosa che non incide in maniera significativa sulla nostra contabilità, ma essendo oltre 140 soci questo consentirebbe di raccogliere più di 140 euro ogni mese, una cifra importante che ci permetterebbe di mantenere senza problemi la sostenibilità del Fondo Etico e Sociale delle Piagge.

Naturalmente, e forse è inutile anche dirlo, ognuno di noi è libero di aderire oppure no a questa iniziativa, però chi decide di partecipare sarebbe importante potesse comunicarcelo per avere un’idea di quale sarà la cifra di cui disporremo.

Chi volesse partecipare a questa raccolta può portare il proprio contributo alle assemblee o direttamente al Centro Sociale il Pozzo consegnandolo a uno dei referenti del Fondo Etico, oppure contattare Chiara (3339622256) e decidere con lei le modalità .

Cordiali Saluti….La Commissione del Fondo Etico e Sociale delle Piagge

08 maggio 2010

ASSEMBLEA DEI SOCI

Assemblea dei Soci
del
Fondo Etico e Sociale delle Piagge
SABATO 15 MAGGIO 2010 alle ore 17,30
presso il Centro Sociale
IL POZZO
via Lombardia, 1/p - Firenze
tel. 055373737
L' Assemblea è aperta a tutte le persone interessate
alla fine dell'Assemblea chi lo desidera potrà cenare insieme
sono graditi contributi eno-gastronomici da condividere
se possibile portatevi anche piatto posate e bicchiere
così evitiamo di usare quelli di plastica

18 aprile 2010

Il 5xMille per le attività delle Piagge

Per tutti i contribuenti è possibile devolvere il 5 per mille dell'IRPEF ad un'organizzazione di volontariato, ad una ONLUS, ad una ONG o ad altre tipologie di enti no profit.
Tale scelta non comporterà per il contribuente nessun onere aggiuntivo, in quanto si tratta di destinare una quota di tasse che andrebbe comunque allo Stato.

La Comunità di base delle Piagge da anni cerca di essere un soggetto attivo nel quartiere e nella Città per creare un tessuto sociale ed una rete di solidarietà.
Per fare questo esistono tre realtà che sono l' Associazione di volontariato Il Muretto, che si occupa di progetti che riguardano molti aspetti del quartiere delle Piagge, la Cooperativa Sociale Il Cerro, una cooperativa di lavoro che consente anche una attività di microcredito, e la Cooperativa Sociale Il Pozzo, che si occupa di educazione.

Tutte e tre queste entità hanno la possibilità di raccogliere contributi attraverso il 5 per mille sull'IRPEF.

Qui di seguito ti spieghiamo come fare:

Il procedimento è molto semplice: sarà sufficiente firmare l'apposita casella del 730, Unico o CUD riportante l'opzione 5 per mille, indicando il codice fiscale di

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO IL MURETTO : C.F. 94055870482
oppure
COOPERATIVA SOCIALE IL CERRO A R L: C.F. 05084190486
oppure
IL POZZO COOPERATIVA SOCIALE A R L : C.F. 04841040480

In particolare:

1. Persone che presentano regolarmente dichiarazione dei redditi (modello 730 o Unico):
in tal caso il contribuente può destinare il suo 5 per mille apponendo, al momento della dichiarazione dei redditi, la propria firma nel riquadro riportante la dicitura "Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni" e specificando, nello spazio apposito, il codice fiscale di:

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO IL MURETTO : C.F. 94055870482
oppure
COOPERATIVA SOCIALE IL CERRO A R L : C.F. 05084190486
oppure
IL POZZO COOPERATIVA SOCIALE A R L : C.F. 04841040480

2. Contribuenti esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi e pensionati:
al momento del ricevimento del CUD dovranno compilare la scheda ad esso allegata e relativa alla scelta della destinazione del 5 per mille dell'IRPEF. Anche in questo caso, occorrerà scegliere la casella riportante la dicitura "Sostegno del volontariato, delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni e fondazioni", specificando nello spazio apposito il codice fiscale di

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO IL MURETTO : C.F. 94055870482
oppure
COOPERATIVA SOCIALE IL CERRO A R L : C.F. 05084190486
oppure
IL POZZO COOPERATIVA SOCIALE A R L : C.F. 04841040480
e apponendo la propria firma. Infine il modulo dovrà essere trasmesso rivolgendosi ad una banca (che sarà tenuta a trasmetterlo gratuitamente), ad un professionista o ad un CAF.

N.B. La destinazione del 5 per mille non è alternativa o sostitutiva a quella dell'8 per mille


L'Associazione di Volontariato Il Muretto nasce nel 1995 alle Piagge, un quartiere alla periferia nord-ovest di Firenze, dalla volontà di un gruppo di abitanti che insieme vogliono migliorare il territorio in cui vivono.
L'Associazione non ha uno specifico settore di intervento ma opera trasversalmente, cercando di individuare i bisogni e le necessità del quartiere e di rispondervi insieme agli abitanti stessi. La prerogativa essenziale dell'Associazione infatti è lavorare ed attivarsi con le persone e non per le persone, in quanto ritiene essenziale, per il buon esito di ogni iniziativa, la piena assunzione di responsabilità di tutti coloro che sono coinvolti in ogni progetto.
L'obiettivo primario dell'Associazione è dunque restituire cittadinanza agli abitanti del quartiere, attraverso progettualità nelle quali ognuno sia parte integrante del percorso intrapreso, per tornare ad essere protagonisti e soggetti attivi della propria vita.

Per contribuire a sostenere questa esperienza indirizza il tuo 5 per mille dell'IRPEF a:
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO IL MURETTO : C.F. 94055870482

La Cooperativa Sociale Il Cerro nasce nel 2000 dall'Associazione di Volontariato Il Muretto, con l'obiettivo specifico di sviluppare esperienze lavorative nel quartiere delle Piagge.
La cooperativa permette diverse attività di lavoro e di volontariato come ad esempio il giardinaggio, il riciclaggio dei rifiuti e l'agricoltura naturale svolte con una attenzione particolare all'ambiente e all'inclusione nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate. La cooperativa consente anche la realizzazione del Fondo Etico e Sociale delle Piagge, una esperienza di finanza critica che attraverso il microcredito vuole affermare la forza della relazione rispetto al potere del denaro. Tutte le attività della cooperativa cercano di costruire stili di vita alternativi al modello diffuso.

Adesso puoi sostenere questa esperienza anche attraverso il 5 per mille dell'IRPEF destinandolo a:
COOPERATIVA SOCIALE IL CERRO A R L-ONLUS: C.F. 05084190486

La Cooperativa Sociale Il Pozzo nasce nel 1997 dall'Associazione di Volontariato Il Muretto, come strumento di intervento nel settore educativo. La cooperativa si impegna soprattutto nell'accompagnamento e nel sostegno di persone in situazioni di disagio sociale o psichico e nell'insegnamento della lingua italiana a bambini stranieri inseriti nelle scuole del quartiere. La Cooperativa Il Pozzo è parte, insieme ad altri enti, della gestione del Centro di Prima Alfabetizzazione Gandhi, un servizio promosso dal Comune di Firenze per dare sostegno linguistico ai bambini ed ai ragazzi stranieri iscritti negli istituti scolastici del Quartiere 5.
La Cooperativa il Pozzo ha scelto, fin dalla sua nascita, di operare soltanto all'interno di progetti che riguardino il quartiere delle Piagge, che si attuino in esso o che su di esso abbiano una qualche ricaduta e di non prendere parte ai grandi consorzi di cooperative presenti in città.
Tale posizione non risulta essere conveniente da un punto di vista strategico ed economico, ma permette alla cooperativa di operare in piena coerenza con i propri principi fondanti che pongono la stretta relazione con il territorio e con i suoi abitanti alla base di ogni sua progettazione.

Per sostenere la Cooperativa Il Pozzo devolvi il tuo 5 per mille a:
IL POZZO COOPERATIVA SOCIALE A R L-ONLUS: C.F. 04841040480


"http://www.comunitadellepiagge.it/2010/04/09/il-5xmille-per-le-attivita-delle-piagge-ecco-come-fare"

17 febbraio 2010

fondoinforma.....febbraio 2010

Ho davanti agli occhi alcuni dati dell’istat e della Banca D’Italia di questi giorni dove risulta che il 20% delle famiglie italiane vive con un reddito familiare mensile di 1280 € (sotto quindi la soglia della povertà) e che il 30% delle stesse ha problemi di indebitamento.
Questi dati fotografano la difficoltà e la complessità di questo nostro paese e del nostro mondo e ci dicono la necessità, per la quale alle Piagge ho sempre cercato di lavorare, di costruire una società conviviale dove si impari, come ha indicato così bene Don Milani, a non fare parti uguali tra diseguali.
La prima cosa da fare per provare a costruire, in questi tempi bui una società conviviale è “osare la Speranza”, bisogna avere e trovare il coraggio di guardare il mondo con gli occhi dei piccoli, dei diseguali,dei senza diritti e insieme a loro e per loro tentare vie nuove e pratiche alternative. La comunità delle Piagge da ormai quindici anni è protesa ed impegnata in questa direzione e tra le varie esperienze ed attività che ha messo in piedi quella che più è vicina a questa prospettiva è certamente il nostro Fondo Etico e Sociale delle Piagge che grazie all’impegno e alla partecipazione di ognuno/a di voi è diventata un’utopia concreta, un modello di microcredito alternativo e solidale guardato con attenzione ed ammirazione da tanti anche oltre la Toscana e che è stato capace di restituire dignità e giustizia a quasi 150 persone o realtà collettive all’interno del quartiere popolare delle Piagge. 150 persone e realtà alle quali è certamente stata data la possibilità di avere un prestito in denaro, un’ancora finanziaria di sostegno ma alle quali è stato dato molto di più….la possibilità di sentirsi parte attiva di una comunità che cresce, si fa carico, sorregge, ascolta e accompagna ridando fiato e forma ai piccoli sogni e alle capacità di futuro di ognuno.
E’ davvero bello quello che giorno per giorno con pazienza e fatica, attraverso il microcredito di prossimità del Fondo Etico, abbiamo costruito assieme….ora che ormai da più di tre mesi sono stato “espropriato “della mia gente e di questo luogo vitale e vivo che sono le Piagge e sento sempre più forte la separazione e la distanza, sapeste con quanta più convinzione e determinazione di prima sento di poter scrivere queste cose.
Ed allora ancora grazie per il vostro continuare a contribuire a rendere possibile e credibile un mondo più giusto e conviviale…con la vostra partecipazione “finanziaria” e soprattutto reale e concreta.
Allora fate un salto e partecipate alla prossima Assemblea alle Piagge e lasciatevi coinvolgere, con quello che potete, in questa esperienza “speciale”.
Cercate di esserci anche per me…io ci sarò, statene certi, anche se fisicamente non mi vedrete.
Alessandro - prete

10 febbraio 2010

ASSEMBLEA DEI SOCI

ASSEMBLEA DEI SOCI
DEL
FONDO ETICO E SOCIALE DELLE PIAGGE
SABATO 20 FEBBRAIO 2010
ORE 17,30
Presso il Centro Sociale “IL POZZO”
Via Lombardia, 1/p Tel. 055373737

L'Assemblea è aperta a tutte le persone interessate
alla fine dell’incontro chi lo desidera potrà cenare insieme
(siamo tutti invitati a portarci piatto, posate e bicchiere)
sono graditi contributi eno-gastronomici da condividere

11 gennaio 2010

UN LIBRO PRO-FONDO

Grande Vendita di Libri Usati
a sostegno del
Fondo Etico e Sociale delle Piagge
Sabato 16 Gennaio
(dalle ore 9,00 al tramonto)
e
Domenica 17 Gennaio
(dalle ore 9,00 alle ore 12,00)
al
Centro Sociale IL POZZO
via Lombardia, 1/p Firenze tel. 055373737
e inoltre.....
Sabato pomeriggio bruciate e vino
e
Sabato ore 20,00
cena multietnica
preparata da alcune donne delle Piagge
intervenite numerosi