di Padre Alex Zanotelli Napoli 18 Nov. 2012
Ho riflettuto a lungo come cristiano e come
missionario, nonchè come cittadino, sulla crisi
economico-finanziaria che stiamo attraversando, e sono riandato alla riflessione
che noi missionari avevamo fatto sul debito dei paesi impoveriti del Sud. Per
noi i debiti del Sud del mondo erano ‘odiosi’ e ‘illegittimi’ perché contratti da
regimi dittatoriali per l’acquisto di armi o per progetti faraonici , non certo
a favore della gente. E quindi non si dovevano pagare! “E’ immorale per noi paesi
impoveriti pagare il debito,” -così affermava Nyerere, il ‘padre della patria ‘
della Tanzania, in una conferenza che ho ascoltato nel 1989 a Nairobi (Kenya). “
Quel debito- spiegava Nyerere- non lo pagava il governo della Tanzania, ma il
popolo tanzaniano con mancanza di scuole e ospedali.” La nota economista inglese
N.Hertz nel suo studio Pianeta in debito, affermava che buona parte del debito
del Sud del mondo era illegittimo e odioso.
Perché abbiamo ora paura di applicare gli stessi
parametri al debito della Grecia o dell’Italia? Nel 1980 , il debito pubblico
italiano era di 114 miliardi di euro, nel 1996 era salito a 1.150 miliardi di
euro ed oggi a quasi duemila miliardi di euro. “Dal 1980 ad oggi gli interessi
sul debito - afferma F.Gesualdi - hanno richiesto un esborso in interesse pari a
2.141 miliardi di euro!” Lo stesso è avvenuto nel Sud del mondo. Dal 1999 al
2004 i paesi del Sud hanno rimborsato in media 81 miliardi di dollari in più di
quanto non ne avessero ricevuto sotto forma di nuovi prestiti.
E’ la finanziarizzazione dell’economia che ha
creato quella ‘bolla finanziaria’ dell’ attuale crisi. Una crisi scoppiata nel
2007-08 negli USA con il fallimento delle grandi banche, dalla Goldman Sachs
alla Lehman Brothers, e poi si è diffusa in Europa attraverso le banche tedesche
che ne sono state i veri agenti, imponendola a paesi come l’Irlanda, la
Grecia…”Quello che è successo dal 2008 ad oggi - ha scritto l’economista
americano James Galbraith - è la più gigantesca truffa della
storia.”
Purtroppo la colpa di questa truffa delle banche è
stata addossata al debito pubblico dei governi allo scopo di imporci politiche
di austerità e conseguente svendita del patrimonio pubblico. Queste politiche
sono state imposte all’ Unione Europea dal ‘Fiscal Compact’ o Patto Fiscale ,
firmato il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 capi di Stato della UE. Con il Fiscal
Compact si rendono permanenti i piani di austerità che mirano a tagliare salari,
stipendi, pensioni, a intaccare il diritto al lavoro, a privatizzare i beni
comuni. Per di più impone il pareggio in bilancio negli ordinamenti nazionali. I
governi nazionali dovranno così attuare, nelle politiche di bilancio, le
decisioni del Consiglio Europeo, della Commissione Europea e soprattutto della
Banca
Centrale Europea(BCE) che diventa così il vero
potere’ politico’ della UE. Il potere passa così nelle mani dell
banche e dei mercati. La democrazia è cancellata. L’ ha affermato
la stessa Merkel: ”La democrazia deve essere in accordo con il mercato.” Siamo
in piena dittatura delle banche.
E’ il potere finanziario che ha imposto come
presidente della BCE, Mario Draghi, già vicepresidente della Goldman Sachs,
(fallita nel 2008!) e a capo del governo italiano Mario Monti, consulente della
Goldman Sachs e Coca-Cola, nonché membro nei consigli di amministrazione di
Generali e Fiat. (Monti fa parte anche della Trilaterale e del Club Bilderberg)
.Nel governo Monti poi molti dei ministri siedono nei consigli di
amministrazione dei principali gruppi di affari della Penisola: Passera ,
ministro dello Sviluppo Economico, è ad di Intesa San Paolo; Fornero, ministro
del lavoro , è vicepresidente di Intesa San Paolo;F. Profumo, ministro
dell’istruzione è amministratore di Unicredit Private Bank e di Telecom Italia;
P.Gnudi, ministro del
Turismo, è amministratore di Unicredit Group; Piero
Giarda, incaricato dei Rapporti con il Parlamento, è vicedirettore del Banco
Popolare e amministratore di Pirelli. Altro che ‘governo tecnico’: è la
dittatura della finanza!
Infatti sotto la spinta di questo governo delle
banche, il Parlamento italiano ha votato il ‘Patto Fiscale’, il Trattato UE che
impone di ridurre il debito pubblico al 60% del PIL in vent’anni. Così dal 2013
al 2032, i governi italiani , di destra o sinistra che siano, dovranno fare
manovre economiche di 47-48 miliardi di euro all’anno ,per ripagare il debito. “
Noi italiani siamo polli in una macchina infernale- commenta giustamente
F.Gesualdi- messa a punto dall’oligarchia finanziaria per derubarci dei nostri
soldi con la complicità della politica.” E ancora più incredibile è il fatto che
sia stato proprio il Parlamento , massima istituzione della democrazia, a
mettere il sigillo “ a una interpretazione del tutto errata della crisi
finanziaria, ponendola nell’eccesso di spesa dello Stato, soprattutto della
spesa sociale- così pensa L. Gallino. La crisi, nata dalle banche, è stata
mascherata da crisi del debito pubblico.” Il problema non è il debito pubblico
(anche se bisogna riflettere per capire perché siamo arrivati a tali cifre!), ma
il salvataggio delle banche europee che ci è costato almeno 4mila miliardi di
dollari , a detta dello stesso presidente della UE, Barroso (Sembra che il
salvataggio delle ‘banche americane’ fatto da Obama sia costato su 14mila
miliardi di dollari!) .
E’ chiaro che non possiamo accettare né il Patto
fiscale della UE, né la sua ratifica fatta dal parlamento italiano
,né la modifica costituzionale dell’articolo 81 ,perché a pagarne le spese sarà
il popolo italiano.
C’è in Europa una nazione che ha scelto un’altra
strada:l’Islanda. La nostra stampa non ne parla.
L’Islanda pittosto che salvare le banche (non
avrebbe neanche potuto farlo, dato che i suoi debiti si erano gonfiati fino a
dieci volte del suo PIL!), ha garantito i depositi bancari della gente ed ha
lasciato il suo sistema bancario fallire, lasciando l’onere ai creditori del
settore piuttosto che ai contribuenti. E la tutela del sistema di welfare, come
scudo contro la miseria per i disoccupati, ha contribuito a riportare la nazione
dal collasso economico verso la guarigione. E’ vero che l’Islanda è un piccolo
paese ma può aiutarci a trovare una strada per tentare di uscire dalla dittatura
delle banche .
Per questo suggeriamo alcune piste per una seria
riflessione e conseguente azione:
- Richiesta di una moratoria per il pagamento del
debito pubblico;
-Indagine popolare (audit) sulla formazione del
nostro debito pubblico allo scopo di annullare la parte illegittima, rifiutando di pagare i debiti ‘odiosi’
o ‘illegittimi’, come ha fatto l’Ecuador di R. Correa nel
2007;
-Sospensione dei piani di austerità che, oltre
essere ingiusti, fanno aumentare la crisi;
-Divieto di transazioni finanziarie con i paradisi
fiscali e lotta alla massiccia evasione fiscale delle grandi imprese e degli
straricchi;
-Messa al bando dei ‘pacchetti tossici’ e della
speculazione finanziaria sul cibo;
-Divisione delle banche ‘troppo grandi per fallire’
in entità più controllabili, imponendo una chiara distinzione tra banche
commerciali e banche di investimento;
-Apertura di banche di credito totalmente
pubbliche,
-Imposizione di una tassa sulle transazioni
finanziarie per la ‘tracciabilità’ dei trasferimenti e un’altra sui grandi
patrimoni;
-Rifondazione della BCE riportandola sotto
controllo politico (democratizzazione), consentendole di effettuare prestiti
direttamente ai governi europei a tassi di interesse molto
bassi.
Sono solo dei suggerimenti per preparare un piano
serio ed efficace per uscire dalla dittatura delle banche.
Per chi è interessato alle campagne in atto per
un’altra uscita dal debito, consulti: smonta il debito, www.cnms.it.; rivolta il debito, www.rivoltaildebito.it; no debito, www.nodebito.it
Se ci impegniamo, partendo dal basso e mettendoci
in rete, a livello italiano ed europeo, il nuovo può fiorire anche nel vecchio
Continente.
Da parte mia rifiuto di accettare un Sistema di
Apartheid mondiale dove il 20% della popolazione mondiale consuma l’80% delle
risorse: un pianeta con un miliardo di obesi tra i ricchi, e un miliardo di
affamati tra gli impoveriti, e dove ogni minuto si spendono tre milioni di
dollari in armamenti e nello stesso minuto muoiono per fame la morte di quindici
bambini.
Il mercato, la dittatura della finanza si
trasformano allora “ in armi di distruzione di massa”, dice giustamente J.
Stiglitz, premio Nobel dell’economia. “Il potere economico-finanziario lascia
morire –afferma F. Hinkelammert- e il potere politico esegue….Entrambi sono
assassini.”
Diamoci da fare perché vinca invece la
vita!
Alex Zanotelli
Napoli, 18 novembre 2012
Per chi è interessato alle campagne in atto per un’altra uscita dal debito, consulti:
smonta il debito,www.cnms.it ;
rivolta il debito,www.rivoltaildebito.it
no debito, www.nodebito.it