LA DITTATURA DELLA FINANZA
Destino inevitabile delle nazioni
occidentali o c’è una alternativa?
Padre Alex Zanotelli – su “In Dialogo”
Notiziario della Rete Radié Resch
In questo periodo sento l’urgenza di condividere con voi
una riflessione sulla tempesta finanziaria che sta scuotendo l’Europa
rimettendo tutto in discussione: diritti, democrazia, lavoro. Inoltre
arricchendo sempre di più pochi a scapito di molti impoveriti. Una tempesta che
rivela finalmente il vero volto del nostro sistema: La dittatura della
Finanza.
L’ Europa, come l’Italia, è prigioniera di Banche e di Banchieri. E’ il trionfo
della Finanza o meglio del Finanzcapitalismo, come Luciano Gallino lo definisce. “ll Finanzcapitalismo è una megamacchina che
è stata sviluppata nel corso degli ultimi decenni, allo scopo di massimizzare e
accumulare sotto forma di capitale e, insieme, di potere, il valore estraibile
sia del maggior numero di esseri umani, sia degli ecosistemi “.
Estrarre valore è la parola chiave del Finanzcapitalismo, che si contrappone al produrre valore, del capitalismo
Industriale, che abbiamo conosciuto nel dopoguerra. E’ un cambiamento radicale
del sistema !
Il cuore del nuovo sistema è “ il Denaro che produce Denaro “ e poi ancora
Denaro. Un sistema basato sull’azzardo morale,, sulla irresponsabilità del
Capitale, sul Debito che genera Debito. E’ la cosiddetta “Finanza creativa “
con i suoi “pacchetti tossici” dai nomi più strani ( sub-prime, derivati,
futuri, hedge funds) che hanno portato a
questa immensa bolla speculativa che si aggira, secondo gli esperti, sul
milione di miliardi di dollari ! Mentre il Pil Mondiale si aggira sui 60
miliardi di dollari. Un abisso separa quei due mondi: il reale e lo
speculativo. La Finanza non corrisponde più all’Economia reale, è la finanziarizzazione
della economia .
Per di più, le operazioni finanziarie sono ormai compiute non da esseri umani,
ma da algoritmi, cioè da cervelloni elettronici che, nel giro di secondi,
rispondono alle notizie dei mercati. Nel 2009 queste operazioni, che si concludono
nel giro di pochi secondi, senza alcun rapporto con l’economia reale, sono
aumentate del 60% del totale. L’import export di beni e servizi nel mondo è stmato intorno a 15 mila
miliardi di dollari l’anno. Il mercato delle valute ha superato i 4 mila
miliardi al giorno : circolano più soldi in quattro giorni sui mercati
finanziari, che in un anno nella economia reale.. E’ come dire che oltre il 90%
degli scambi valutari è pura speculazione.
Penso che tutto questo cozza radicalmente con la tradizione delle scritture
ebraiche, radicalizzate da Gesù di Nazareth. Un insegnamento quello di Gesù,
che uno dei nostri migliori moralisti, Don Enrico Chiavacci, nel suo volume
“Teologia morale e vita economica” riassume in due comandamenti, validi per
ogni discepolo: “Cerca di non arricchirti” e “se hai, hai per
condividere”.
Da questi due comandamenti Chiavacci ricava due divieti etici “ divieto di ogni
attività economica di tipo esclusivamente speculativo” come il giocare in borsa
con la variante della speculazione valutaria e “divieto di contratto aleatorio”.
Questo ultimo Chiavacci lo spiega così : “Ogni forma di azzardo e di rischio di
una somma con il solo scopo di vederla ritornare moltiplicata,senza che ciò
implichi attività lavorativa, è pura ricerca di ricchezza ulteriore”. Ne
consegue che la filiera del gioco, dal “gratta e vinci” al Casinò, è immorale.
Tutto questo, sostiene sempre Chiavacci, “cozza contro
tutta la cultura occidentale che è basata sull’avere sempre di più. Nella
cultura occidentale la struttura economica è tale che la ricchezza genera
ricchezza.
Noi cristiani d’Occidente dobbiamo chiederci cosa ne abbiamo fatto
dell’insegnamento di Gesù in campo economico-finanziario . Forse ha ragione il
gesuita Padre John Haughey quando afferma : “Noi
occidentali leggiamo il Vangelo come se non avessimo i soldi e usiamo i soldi
come se non conoscessimo nulla del Vangelo” .
Dobbiamo ammettere che, come chiese, abbiamo tradito il Vangelo, dimenticando
la radicalità dell’insegnamento di Gesù : parole come “ o Dio o Mammona” oppure
il comando al ricco: “ Va’ vendi quello che hai e dallo ai poveri” .
In un contesto torico come il nostro, dove Mammona è diventato il dio –Mercato,
le chiese eredi di una parola forte di Gesù, devono iniziare a proclamarla
senza paura e senza sconti nelle assemblee liturgiche come sulla pubblica
piazza.
L’attuale crisi finanziaria ha rivelato comportamenti di egoismo, di cupidigia
collettiva e di accaparramento di beni su grande scala. – Così afferma il
recente documento del Pontificio Consiglio di Giustizia e pace. (per una
riforma del sistema finanziario e monetario internazionale). Nessuno può
rassegnarsi a vedere l’uomo vivere come “Homo homini lupus”. Per questo è
necessario passare, da parte delle comunità cristiane, dalle parole ai fatti,
alle scelte concrete, alla prassi quotidiana. “Non chiunque dice “Signore, signore” entrerà nel Regno dei
cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio” (Matteo 7-21).
Come chiese dobbiamo prima di tutto chiedere perdono per
aver tradito il messaggio di Gesù in campo economico-finanziario, partecipando
a questa bolla speculativa finanziaria.
Ma pentirsi non è sufficiente, dobbiamo cambiare rotta, sia a livello istituzionale
che personale.
A livello Istituzionale (diocesi, parrocchie):
- promuovendo commissioni etiche per vigilare sulle operazioni bancarie
- invitando tutti al dovere morale di pagare le tasse;
- ritirando i propri soldi da tutte le banche commerciali dedite a fare
profitto sui mercati Internazionali
- investendo i propri soldi in attività di utilità sociale e ambientale,
rifiutandosi di fare soldi con soldi.
- collocando invece i propri risparmi in cooperative locali o nelle banche di
credito cooperativo.
- privilegiando la Banca Etica, le MAG (Mutue autogestione) o le cooperative
finanziarie
- rifiutando le donazioni che provengono da speculazioni finanziarie,
soprattutto sul cibo, come ha detto recentemente Benedetto XVI nel suo discorso
alla FAO
A livello personale ogni cristiano ha il dovere morale di
controllare:
- in quale Banca ha depositato i propri risparmi
- se è una banca armata, cioè se investe soldi in armi;
- se partecipa al Grande Casinò della speculazione finanziaria;
- se ha filiali in qualche paradiso fiscale
- se ottiene profitti da “derivati” o altri “pacchetti tossici”:
Le Banche che, dopo aver distrutto la nostra economia sono tornate a fare
affari – scrive il pastore americano Jim Wallis – devono ricevere un chiaro
messaggio che Noi troviamo la loro condotta inaccettabile. Rimuovere i nostri
soldi può far loro capire quel messaggio
Ha ragione Don Enrico Chiavacci ad affermare: “Questa
logica dell’avere di più e della massimizzazione del profitto si mantiene
attraverso le mille piccole scelte, frutto di un deliberato condizionamento. Le
grandi modificazioni strutturali, assolutamente necessarie, non potranno mai
nascere dal nulla: occorre una rivoluzione culturale capillare.
Se è vero che l’annuncio cristiano portò all’abolizione della schiavitù, non si
vede perché lo stesso annuncio non possa portare a una paragonabile modificazione
di mentalità e quindi di strutture.
Il dovere di testimonianza per chi è in grado di sfuggire a una presa totale
del condizionamento, è urgente” .